Le manifestazioni “No Kings” hanno sfilato sabato in centinaia di città per protestare contro quella che gli organizzatori definiscono l’agenda autoritaria del presidente Donald Trump, inclusi i recenti raid migratori che hanno scosso comunità in tutto il Paese.
«La corruzione ha superato ogni limite», si legge sul sito degli organizzatori. «Niente troni. Niente corone. Niente re.»
Si stima che milioni di persone abbiano partecipato alle proteste in oltre 2.000 località, nello stesso giorno in cui a Washington, D.C., si teneva una parata militare per celebrare il 250° anniversario dell’esercito americano, coincisa con il compleanno del presidente.
A differenza di quanto accaduto a Los Angeles nei giorni precedenti, non si sono registrati arresti di massa o episodi diffusi di disobbedienza civile, anche se non sono mancati momenti di tensione.
A San Francisco e in Virginia, dei veicoli hanno investito alcuni manifestanti. In Texas, una minaccia contro alcuni parlamentari ha costretto all’evacuazione del palazzo del parlamento statale. A Salt Lake City, una sparatoria nei pressi di un corteo ha lasciato una persona gravemente ferita.
A Los Angeles, la polizia ha disperso una folla numerosa con granate stordenti, gas lacrimogeni e agenti a cavallo.
In Minnesota, il governatore Tim Walz ha invitato la popolazione a non partecipare a manifestazioni, mentre era in corso la caccia a un sospetto coinvolto nella sparatoria che ha ferito due parlamentari statali e i loro coniugi nella mattinata di sabato.
Un funzionario della Casa Bianca ha liquidato le proteste “No Kings” definendole «un totale fallimento con una partecipazione trascurabile».