L’Iran ha minacciato oggi la chiusura dello Stretto di Hormuz in risposta a un possibile coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e la Repubblica islamica. Lo ha dichiarato Ali Yazdikhah, parlamentare iraniano, citato dall’agenzia di stampa Mehr, secondo cui tale misura rappresenterebbe una “risposta legale” se Washington dovesse intervenire militarmente a fianco di Tel Aviv.
La minaccia è stata rilanciata anche da Behnam Saeedi, membro del Comitato per la Sicurezza nazionale del Parlamento, che ha affermato che “chiudere lo Stretto di Hormuz è una delle opzioni in esame”. Lo Stretto, largo appena 33 km nel suo punto più stretto, è attraversato ogni giorno da oltre 18 milioni di barili di greggio.
Le dichiarazioni arrivano in un momento di forte tensione, dopo che nelle ultime settimane Israele ha colpito obiettivi militari sul suolo iraniano e Teheran ha risposto con lanci di missili contro città israeliane. L’agenzia Mehr riferisce che l’Iran non intende procedere a una chiusura unilaterale immediata, ma considera questa possibilità come “realistica” nel caso in cui i suoi interessi vitali vengano minacciati.
Secondo fonti della sicurezza occidentale, l’Iran dispone di mine navali, droni e missili costieri in grado di compromettere la navigazione nel Golfo Persico. Le autorità marittime internazionali hanno diramato allerte alle compagnie di navigazione, invitandole a seguire rotte lungo le acque territoriali dell’Oman.
I prezzi del petrolio sono saliti del 4% nelle ultime 24 ore. Gli Stati Uniti, tramite il Comando Centrale della Marina, hanno fatto sapere che ogni tentativo di blocco dello Stretto verrebbe considerato “una minaccia diretta alla sicurezza globale”. Non si registrano per ora manovre navali anomale nell’area, dove resta attiva la Quinta Flotta americana con base in Bahrein.
