I tiranni non possono avere l’atomica. Così sentenzia dalle colonne de La Stampa, Bernard-Henri Lévy,l filosofo con l’elmetto. Dunque, esiste l’atomica “democratica”. Così come la guerra “giusta”, la pulizia etnica “necessaria”, e via differenziando.
Al prode filosofo ci permettiamo, umilmente, di porre una domanda: I regimi etnocratici, quelli che fanno carta straccia del Diritto internazionale, che hanno istituito un ferreo regime di apartheid in territori occupati. In una parola, Israele. Ecco, professor Henry-Levy, un Paese retto da un governo fascista ha il diritto di avere l’atomica? Un diritto che Israele ha peraltro già abbondantemente realizzato, visto che possiede decine, c’è chi afferma centinaia, di bombe atomiche. Sento già alzarsi il coro degli indignati: ma come si permette, Israele è una democrazia, di più, è l’unica democrazia del Medio Oriente. Una democrazia che ha l’esercito più morale al mondo!!!!!
Quanta ipocrisia, quante falsità, quanta partigianeria in certe affermazioni. Da trent’anni, Netanyahu afferma che l’Iran sta per avere l’atomica che servirà per la Shoah nucleare. Trent’anni dopo, l’attacco alle centrali per evitare, dicono il duo Netanyahu&Trump che gli ayatollah si dotino dell’atomica. Che quindi non c’è. Potrebbe in un futuro, che varia da trent’anni a questa parte. Ora che per giustificare l’attacco all’Iran, Netanyahu e la sua cricca al potere utilizzino un controverso rapporto dell’Aiea è il colmo dei colmi, visto che Israele si è ben guardato di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare e mai e poi mai permetterebbe a ispettori dell’Agenzia delle Nazioni Unite sull’energia atomica di mettere piede in Eretz Israel.
Un regime teocratico non può avere l’atomica. Un regime etnocratico, che ha codificato una gerarchia della cittadinanza, sulla base della legge, votata a grande maggioranza nel luglio 2018 dalla Knesset, che sancisce Israele, stato della nazione ebraica, con buona pace degli arabi-israeliani, che rappresentano oltre il 22%della popolazione.
L’atomica può essere messa nelle mani di ministri che invocano la soluzione finale a Gaza, ipotizzando per raggiungere l’obiettivo, anche dell’uso dell’atomica.
A loro è concesso. Questo e altro, cioè tutto.
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