Durante una conferenza stampa a Berlino, il commissario generale dell’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi), Philippe Lazzarini, ha rivolto parole durissime contro il nuovo sistema di distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, denunciandone le conseguenze devastanti per la popolazione civile.
«Il cosiddetto meccanismo di aiuti recentemente creato è un abominio che umilia e degrada persone disperate. È una trappola mortale, che costa più vite di quante ne salvi», ha dichiarato Lazzarini, riferendosi alla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), l’organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele che da alcune settimane ha preso il posto delle Nazioni Unite e di altre ONG internazionali nella gestione diretta degli aiuti.
Stando a fonti convergenti – tra cui Al Jazeera, Associated Press e testimonianze dirette raccolte da ONG sul terreno – sono ormai centinaia i civili palestinesi uccisi dal fuoco israeliano mentre attendevano, spesso in condizioni disperate, la consegna degli aiuti da parte della GHF. Si tratta di episodi che, secondo gli osservatori, si stanno ripetendo con tragica regolarità: folle affamate si radunano presso i punti di distribuzione non ufficiali, dove gli aiuti vengono lanciati senza alcun sistema organizzato, scatenando il caos.
Lazzarini ha parlato di una situazione che non solo fallisce nel suo scopo umanitario, ma che trasforma la distribuzione degli aiuti in uno strumento di umiliazione e pericolo. «Persone disperate vengono umiliate», ha ribadito, sottolineando come questo nuovo modello ignori del tutto i principi di neutralità, dignità e sicurezza che dovrebbero guidare ogni intervento umanitario.
L’esclusione dell’Unrwa e delle altre agenzie Onu dal sistema di aiuti non ha solo implicazioni operative, ma anche politiche, e rischia di compromettere la capacità della comunità internazionale di garantire un accesso equo e sicuro agli aiuti salvavita. La denuncia di Lazzarini, chiara e inequivocabile, richiama con urgenza a una revisione immediata del meccanismo in atto, prima che altre vite vengano spezzate sotto il peso di un sistema che, più che aiutare, infligge ulteriori sofferenze.