Almeno 549 palestinesi sono stati uccisi e 4.066 feriti negli ultimi 30 giorni mentre tentavano di accedere a punti di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito oggi il Government Media Office di Gaza, in quello che appare come un ulteriore segnale del collasso del sistema di assistenza nella regione, già messa in ginocchio da mesi di guerra.
Secondo i dati forniti a Al Jazeera, i civili sono stati colpiti nei pressi di centri operati dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’iniziativa appoggiata dagli Stati Uniti e da Israele per la distribuzione di beni essenziali come farina, acqua e medicinali. Ma invece che sicurezza, molti dei punti di consegna si sono trasformati in luoghi di morte. Numerosi attacchi israeliani avrebbero preso di mira folle in attesa di aiuti, causando morti e feriti in una sequenza quasi quotidiana.
Tra i casi più gravi documentati, quello del 24 giugno, quando almeno 56 persone sono rimaste uccise nella sola zona centrale della Striscia, durante una giornata in cui il bilancio complessivo delle vittime ha superato gli 80 morti. Il giorno precedente, il 23 giugno, almeno 43 civili sono stati uccisi, di cui una ventina nei pressi di un centro di distribuzione nel nord di Gaza. Il 20 giugno, l’area attorno a Rafah ha registrato 23 morti tra persone in coda per gli aiuti, in un totale di oltre 80 vittime in tutta la giornata.
Le autorità sanitarie locali, così come fonti umanitarie internazionali, parlano di una crisi fuori controllo. In molti casi, le persone colpite erano sfollati che avevano già perso le loro case nei bombardamenti e che si erano rifugiati nei pressi di campi improvvisati.
Il bilancio riportato oggi si riferisce alle vittime registrate dall’avvio delle operazioni GHF, il 27 maggio, a oggi. Le cifre complessive, però, sono ben più alte: secondo WAFA, l’agenzia ufficiale palestinese, dal 18 marzo le forze israeliane avrebbero ucciso 5.194 persone e ne avrebbero ferite 17.279, con attacchi concentrati soprattutto nel centro e nel sud della Striscia.
Il 17 giugno, più di 30 civili sono stati uccisi in un solo attacco nel nord di Gaza City, mentre centinaia di persone si affollavano attorno a un camion per ricevere farina. Sempre secondo WAFA, il 26 giugno le forze israeliane hanno ucciso quattro persone, tra cui un giovane a ovest di Gaza City e tre civili in fila a Rafah.
La situazione sul terreno resta estremamente fluida. Le forze israeliane hanno intensificato le operazioni militari nel centro e nel sud della Striscia, inclusa Khan Younis, dove si registrano movimenti di carri armati e attacchi con droni nei pressi delle aree di distribuzione. Le autorità locali accusano Israele di trasformare gli snodi umanitari in “trappole letali”, mentre non si registrano progressi concreti sul piano dei cessate il fuoco o dell’accesso umanitario.
Secondo Save the Children, bambini risultano tra le vittime in almeno 10 dei 19 attacchi documentati nelle ultime settimane contro le aree attorno ai centri GHF.
Il totale delle vittime palestinesi, dal 7 ottobre 2023, supera oggi le 56.000 persone uccise e oltre 130.000 feriti, secondo i dati raccolti da fonti locali e riportati da Al Jazeera.