Israele ha chiuso giovedì i valichi verso il nord della Striscia di Gaza, interrompendo la rotta più diretta per l’invio di aiuti umanitari destinati a centinaia di migliaia di palestinesi esposti al rischio di carestia. La decisione arriva in un contesto già segnato da gravi restrizioni sull’ingresso di cibo e beni di prima necessità nel territorio devastato.
Dopo aver bloccato completamente gli approvvigionamenti alimentari per oltre due mesi e mezzo, lo Stato israeliano ha consentito solo un afflusso minimo di aiuti a partire da metà maggio. Le nuove chiusure rendono ancora più difficile raggiungere le popolazioni del nord di Gaza, dove l’insicurezza alimentare è acuta.
Centinaia di civili si erano radunati lungo la Coastal Road nella zona di al-Sudaniyya, nel nord della Striscia, in attesa di ricevere aiuti umanitari che avrebbero dovuto entrare attraverso il valico di Zikim. Le autorità israeliane hanno però deciso di interrompere i flussi dopo la diffusione di un video che mostrava uomini armati nei pressi di un convoglio di aiuti. Secondo il governo israeliano, questi uomini apparterrebbero ad Hamas, mentre operatori umanitari e fonti locali sostengono che si trattasse di guardie incaricate da un consiglio di leader comunitari per proteggere i rifornimenti.
Il valico di Zikim rappresentava una via cruciale per l’accesso umanitario al nord della Striscia. Come evidenziato da esperti di sicurezza internazionale, la sua chiusura rischia di compromettere seriamente la distribuzione degli aiuti. I nuovi punti di distribuzione alimentare istituiti da una fondazione privata, la Gaza Humanitarian Foundation – sostenuta da Israele e Stati Uniti – si trovano infatti solo nelle zone centrali e meridionali della Striscia, dunque fuori dalla portata della maggior parte delle persone residenti nel nord.
Contemporaneamente alla chiusura del valico, sono emerse nuove segnalazioni di attacchi contro civili palestinesi in attesa di cibo. Secondo la protezione civile di Gaza, 56 persone sono state uccise giovedì in seguito a operazioni militari israeliane, tra cui sei che si trovavano in due diversi luoghi di distribuzione di aiuti.
Nella giornata di ieri, un raid aereo israeliano ha colpito una strada nel centro di Gaza dove, secondo testimoni oculari, si era radunata una folla per ricevere sacchi di farina da un’unità della polizia palestinese. Quest’ultima avrebbe confiscato gli aiuti a bande armate che avevano precedentemente assaltato i convogli. Fonti ospedaliere, citate dall’agenzia Associated Press, hanno riferito di 18 morti a seguito dell’attacco.
La situazione nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi, mentre l’accesso umanitario resta limitato e i civili – in particolare i più vulnerabili – continuano a pagare il prezzo più alto del conflitto.