Medici Senza Frontiere (MSF) ha dichiarato che “lo schema di distribuzione alimentare israelo-statunitense a Gaza è una carneficina travestita da aiuto umanitario”, chiedendo alle autorità israeliane di porre fine all’assedio del territorio devastato.
Secondo testimoni palestinesi e fonti sanitarie locali, le forze israeliane avrebbero più volte aperto il fuoco contro folle di civili dirette verso i centri di distribuzione alimentare, uccidendo centinaia di persone nelle ultime settimane.
Israele, con il sostegno degli Stati Uniti, punta a sostituire il sistema di distribuzione coordinato dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni umanitarie internazionali con una nuova rete logistica gestita dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un ente sostenuto da Tel Aviv. Le autorità israeliane accusano Hamas di sottrarre gli aiuti, senza tuttavia fornire prove. L’ONU e diverse ONG hanno smentito che vi siano stati furti significativi da parte del movimento palestinese.
In un comunicato pubblicato oggi sul proprio sito, MSF ha scritto:
“Il programma di distribuzione alimentare israelo-statunitense avviato un mese fa a Gaza, Palestina, è umiliante per i palestinesi per sua stessa concezione: li costringe a scegliere tra morire di fame o rischiare la vita per ottenere minime quantità di viveri.”
“Con oltre 500 persone uccise e quasi 4.000 ferite mentre cercavano cibo, questo programma è una carneficina mascherata da aiuto umanitario e deve essere immediatamente smantellato.”
“Questo disastro è stato orchestrato da un proxy israelo-statunitense operante sotto il nome di Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Le modalità di distribuzione costringono migliaia di palestinesi – affamati da un assedio israeliano che dura da oltre 100 giorni – a percorrere lunghe distanze per raggiungere uno dei quattro centri di distribuzione, dove devono lottare per raccogliere pochi resti di cibo.”
“Questi centri ostacolano in particolare l’accesso agli aiuti per donne, bambini, anziani e persone con disabilità, e numerosi civili restano uccisi o feriti nel caos che accompagna il processo.”
Una fotografia scattata il 24 giugno mostra centinaia di civili palestinesi ammassati nel nord di Gaza City attorno a uno di questi centri di distribuzione, allestiti dalla GHF. La scena si ripete ogni giorno, sotto la minaccia della fame e delle armi.