Anarchia e violenze a Gaza: scontri armati tra gang devastano anche gli ospedali
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Anarchia e violenze a Gaza: scontri armati tra gang devastano anche gli ospedali

Il personale dell’ospedale Nasser di Khan Younis ha vissuto un’esperienza drammatica la scorsa settimana, quando un nuovo ferito è stato portato in pronto soccorso subito dopo essere stato colpito durante una battaglia tra bande armate.

Anarchia e violenze a Gaza: scontri armati tra gang devastano anche gli ospedali
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29 Giugno 2025 - 17.48


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Il personale dell’ospedale Nasser di Khan Younis ha vissuto un’esperienza drammatica la scorsa settimana, quando un nuovo ferito è stato portato in pronto soccorso subito dopo essere stato colpito durante una battaglia tra bande armate. Il conflitto riguardava sacchi di farina di contrabbando prelevati dai convogli di aiuti. Poche decine di minuti dopo il suo arrivo, alcuni uomini armati hanno fatto irruzione nei locali: hanno malmenato medici e infermieri, distrutto attrezzature e incendiato veicoli. L’assalto è culminato in una sparatoria in cui le raffiche riecheggiavano in tutto il complesso ospedaliero, già danneggiato da ripetuti raid israeliani.

L’intervento di una nuova forza, inviata dal ministero dell’Interno legato ad Hamas, ha innescato un secondo scontro a fuoco. La guerriglia si è conclusa solo quando i combattenti delle bande si sono dileguati. Nel frattempo, i droni israeliani sorvolavano la zona.

Secondo testimoni e personale sanitario, questo episodio è il simbolo del caos e dell’anarchia che oramai regnano a Gaza, dopo quasi 21 mesi di conflitto continuativo. “Hai queste bande che si combattono, i raid israeliani, Hamas che resiste in mezzo a macerie, persone che vivono in tende, accendono fuochi per cucinare e sono affamate. È come un film post‑apocalittico,” ha osservato un funzionario umanitario.

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La guerra è scoppiata con l’attacco a sorpresa di Hamas contro il sud di Israele nell’ottobre 2023, che ha causato circa 1.200 vittime tra i civili e il rapimento di 251 persone, di cui 50 risultano ancora trattenute a Gaza. L’offensiva israeliana ha provocato la morte di oltre 56.500 palestinesi, in gran parte civili, spinto alla fuga gran parte dei 2,3 milioni di abitanti e ridotto vaste aree a cumuli di rovine.

Oggi nella Striscia combattono molteplici attori armati: milizie colluse con famiglie influenti, coalizioni spontanee, bande criminali organizzate e formazioni locali avvantaggiate dal cedimento dello Stato. La situazione ha portato a una Gaza frammentata in microrysafazioni: gli israeliani controllano ampie zone e forniscono armi a clan anti-Hamas, mentre popolari nuove milizie, come quella guidata dall’ex detenuto Yasser Abu Shabab, si contendono i confini orientali.

Anche le famiglie influenti di sud e centro Gaza esercitano un potere autonomo, così come Hamas mantiene qualche presenza nel nord, sebbene molto ridotta, prevalentemente con ruoli civili e amministrativi.

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I combattimenti nelle aree intorno agli ospedali, come quello di Nasser, evidenziano come Hamas stia cercando di contrastare il dilagare dell’illegalità, anche a costo di scontri con i criminali. Ma l’IDF (esercito israeliano) continua a colpire alleati di Hamas, come dimostra l’uccisione delle forze “Sahm”, istituite per reprimere i saccheggi, durante un raid a Deir al‑Balah che ha causato l’uccisione di una dozzina di civili.

La penuria di aiuti, dovuta all’interruzione dei corridoi durante l’offensiva seguita alla breve tregua di inizio anno, ha trasformato beni come la farina in veri tesori: un sacco da 25 kg arriva a valere fino a 500 dollari. Gli scontri per impossessarsene, spesso tra civili disperati, hanno provocato decine di vittime colpiti da fuoco a distanza ravvicinata, secondo la Croce Rossa.

Le autorità locali e i clan difendono la loro azione come necessaria per salvaguardare gli aiuti destinati alla popolazione: “I clan sono intervenuti per impedire a predoni e ladri di sottrarre il cibo al nostro popolo,” ha detto Abu Salman Al Moghani, un leader comunitario che ora protegge i convogli d’aiuto.

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L’episodio all’ospedale Nasser è solo uno dei tanti segnali della crescente violenza interna, resa ancor più esplosiva dalla scarsità di risorse e dalle tensioni tra attori militari e gruppi armati. Una Gaza sempre più divisa in micro-sfere di potere auto-governate, con attori che vanno dal governo de facto di Hamas fino alla criminalità organizzata.

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