Attacco all'internet point dei giornalisti: centro culturale sotto le macerie
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Attacco all'internet point dei giornalisti: centro culturale sotto le macerie

Un raid israeliano su un internet point a Gaza uccide 39 persone, tra cui il fotoreporter Ismail Abu Hatab, devastando un punto di ritrovo per giornalisti e civili.

Attacco all'internet point dei giornalisti: centro culturale sotto le macerie
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1 Luglio 2025 - 17.19 Culture


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Lunedì scorso, un missile lanciato dall’esercito israeliano ha colpito il bar Al Baqa sul lungomare di Gaza, un luogo che fungeva da internet point e punto di ritrovo per numerosi giornalisti palestinesi, attivisti e residenti. L’attacco ha causato la morte di 39 persone e il ferimento di oltre 50, alcune delle quali in condizioni critiche.

Tra le vittime figura Ismail Abu Hatab, un noto fotoreporter palestinese, le cui opere sulla Striscia di Gaza erano state recentemente esposte in una mostra a Los Angeles. Testimoni hanno riferito che al momento del bombardamento il bar era affollato, e tra i presenti c’erano anche bambini che celebravano un compleanno. L’esplosione ha raso al suolo la struttura, lasciando un vasto cratere. Hani Mahmoud, corrispondente di Al Jazeera da Gaza, ha dichiarato che l’attacco è avvenuto senza alcun preavviso. L’esercito israeliano non ha ancora rilasciato commenti sull’accaduto.

Questo episodio si inserisce in un contesto di escalation, seguendo l’ordine di evacuazione emesso domenica dall’esercito israeliano per quasi tutta la città di Gaza e Jabalia, la più ampia direttiva dall’inizio del conflitto lo scorso marzo. Lunedì, i bombardamenti si sono intensificati in diverse aree della città di Gaza e nei suoi dintorni, colpendo, oltre al bar Al Baqa, quartieri residenziali a est, il campo profughi di al Shati e una scuola nel quartiere di Zeitoun, dove numerose famiglie sfollate avevano cercato riparo. Il bilancio totale dei bombardamenti di lunedì supera le 90 vittime palestinesi.

Molti residenti che erano rientrati a Gaza dopo il cessate il fuoco di gennaio, interrotto a metà marzo, sono ora costretti a fuggire nuovamente. L’ordine di Israele è di spostarsi verso sud, nella già sovrappopolata area di al Mawasi. Gaza era rimasta uno dei pochi luoghi non interessati da un ordine di evacuazione, ma un recente rapporto delle Nazioni Unite indica che oltre l’80% della Striscia ora è già sotto tale direttiva, si parla di percentuale che è destinata a crescere ulteriormente.

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