L’amministrazione Trump pensa di revocare la cittadinanza americana a Zohran Mamdani, candidato sindaco di New York per il Partito Democratico, nell’ambito di una stretta contro i cittadini naturalizzati nati all’estero e accusati di determinati reati.
Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha lasciato intendere che potrebbe essere avviata un’indagine sullo status di cittadino di Mamdani dopo che Andy Ogles, deputato repubblicano del Tennessee, ha chiesto la revoca della sua cittadinanza sostenendo che avrebbe nascosto il proprio sostegno al “terrorismo” durante il processo di naturalizzazione.
Mamdani, 33 anni, nato in Uganda da genitori di origine indiana, è diventato cittadino statunitense nel 2018. Ha attirato l’attenzione dei media – e suscitato polemiche – per il suo deciso sostegno ai diritti dei palestinesi.
La controversia sul suo status di cittadino arriva dopo una serie di attacchi islamofobi legati alla sua fede musulmana, in seguito alla vittoria ottenuta nelle primarie democratiche per il sindaco di New York la scorsa settimana. Mamdani ha infatti superato anche l’ex governatore dello Stato, Andrew Cuomo, candidato favorito dell’establishment del partito.
La polemica si inserisce in un contesto più ampio: l’amministrazione Trump ha dato indicazioni agli avvocati del Dipartimento di Giustizia di dare priorità ai procedimenti per revocare la cittadinanza a chi, secondo le autorità, l’avrebbe ottenuta illegalmente o tramite l’occultamento di informazioni rilevanti.
Ogles ha scritto alla procuratrice generale Pam Bondi chiedendo un’indagine su Mamdani dopo la sua vittoria nelle primarie, sostenendo che “potrebbe aver ottenuto la cittadinanza americana con dichiarazioni false o nascondendo un sostegno materiale al terrorismo”.
Come presunta prova, Ogles ha citato una canzone rap di Mamdani, intitolata my love to the Holy Land five, in cui definisce “i miei ragazzi” alcuni membri di una fondazione condannata per aver sostenuto Hamas. Ha inoltre menzionato il rifiuto di Mamdani di condannare lo slogan “globalizzare l’intifada”.
In un post su X, Ogles ha scritto: “Zohran ‘piccolo Muhammad’ Mamdani è un antisemita, socialista, comunista che distruggerà la grande città di New York. Deve essere deportato”.
Interpellata in merito, la portavoce Leavitt ha risposto: “Non ho visto quelle affermazioni, ma se sono vere, è sicuramente qualcosa che va indagato”.
Il Dipartimento di Giustizia ha confermato di aver ricevuto la lettera di Ogles, ma non ha rilasciato ulteriori commenti.
Chris Murphy, senatore democratico del Connecticut e tra i più attivi critici dell’amministrazione Trump, ha definito la richiesta di revoca della cittadinanza a Mamdani “una stronzata razzista”.
“Trump non si fermerà davanti a nulla pur di proteggere miliardari e corporation che speculano sui prezzi, anche con porcherie razziste come questa”, ha scritto.
“Zohran ha vinto perché ha condotto una campagna incentrata sul ridare potere alla gente comune. Ed è proprio questo che minaccia la cricca di Mar-a-Lago”.
Mamdani, che si definisce socialista democratico, è finito sotto la lente per i suoi vecchi post sui social e per il suo attivismo politico dopo la vittoria elettorale, in cui ha promesso politiche populiste di sinistra per New York, se verrà eletto sindaco.
In mezzo a una raffica di attacchi da destra, Donald Trump lo ha definito “un comunista puro” e ha minacciato di tagliare i fondi alla città di New York se Mamdani diventerà sindaco e “non si comporterà come si deve”.
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