Il cinico capolavoro di Orban: pace, bambini e propaganda per cancellare diritti civili e opposizione
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Il cinico capolavoro di Orban: pace, bambini e propaganda per cancellare diritti civili e opposizione

Orban ha rivendicato l’orgoglio sovranista di un paese che si è schierato per la difesa della famiglia, collegandolo all’afflato pacifista di un governo che non manderà i suoi giovani a morire su ordine di Bruxelles

Il cinico capolavoro di Orban: pace, bambini e propaganda per cancellare diritti civili e opposizione
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Giovanna Musilli Modifica articolo

3 Luglio 2025 - 18.17


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Victor Orban ha compiuto un capolavoro comunicativo. Il premier ungherese, intervistato sul Pride che si è tenuto a Budapest, si è scagliato contro i vertici UE, che hanno monitorato la manifestazione in nome della difesa della libertà di espressione. Il Parlamento ungherese nella scorsa primavera aveva infatti vietato qualsiasi manifestazione che avesse a che fare col mondo lgbtq+, motivando questa decisione liberticida con la difesa dei bambini, minacciati dal pericolo gender.

Orban ha rivendicato l’orgoglio sovranista di un paese che si è schierato per la difesa della famiglia, collegandolo all’afflato pacifista di un governo che non manderà i suoi giovani a morire su ordine di Bruxelles in una eventuale prossima guerra contro la Russia. Il nazionalismo dell’Ungheria conservatrice e contrapposta al “pensiero unico” dell’UE si unisce così al rifiuto della guerra contro la Russia, prefigurata dal folle piano di riarmo di Von der Leyen&co. In breve – dice Orban – l’UE vorrebbe per l’Ungheria un governo fantoccio passivamente subordinato alle politiche europee, tanto sulla tolleranza del Pride, quanto sulla guerra alla Russia. 

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Le opinioni pubbliche europee, con la sola eccezione (forse) di quella tedesca, sono fortemente contrarie a un ingaggio bellicista dell’Europa contro la Russia. Associare il sentimento pacifista dei popoli europei, compreso quello ungherese, con l’opposizione al gender in nome della difesa dei bambini è un’operazione mediatica a dir poco spregiudicata, ma quanto mai efficace. Anche perché accredita il governo ungherese come sinceramente sovranista, forte e capace di opporsi all’élite dei tecnocrati europei guerrafondai e fautori della solita “dittatura Woke”. Insomma, pace e famiglia contro guerra e dissoluzione dei tradizionali legami familiari, con annessi danni arrecati agli indifesi. Il tutto condito con la fierezza di un governo che difende il suo popolo contro le prevaricazioni dell’UE. 

Per l’appunto, un capolavoro. 

I fascismi del ventunesimo secolo non si fondano più sui carri armati, ma sul consenso ottenuto tramite strategie comunicative vincenti quanto manipolative: se si lascia a Orban la possibilità di fare leva contemporaneamente sul sovranismo, sulla tutela dei bambini e sulla pace per il popolo ungherese, la sconfitta è certa. 

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D’altra parte, è impegnativo spiegare all’opinione pubblica ungherese, ma anche europea, che difendere i diritti civili e le libertà individuali è giusto (e non danneggia in alcun modo l’istituzione della famiglia tradizionale), allo stesso modo in cui è giusto dilapidare centinaia di miliardi per riarmare fino ai denti i singoli stati (a scapito di sanità, scuola, e welfare…) in vista di una prossima guerra mondiale contro la Russia. Guerra peraltro mossa da interessi di pura egemonia mondiale al traino degli Stati Uniti, e non certo dall’ormai dimenticata questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato, né tantomeno dai problemi delle minoranze russofone del Donbass. 

L’ipocrisia di un’Europa paladina dei diritti civili e insieme entusiastica promotrice di un piano di riarmo che in molti paesi sarà innanzitutto causa di una catastrofe socioeconomica, prima ancora che della guerra, in effetti, suscita una contraddizione così drammatica da permettere a Orban un invidiabile successo comunicativo ottenuto a scapito dei diritti civili ungheresi.

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