Giornata di sangue nella Striscia di Gaza. Secondo fonti ospedaliere locali citate da Al Jazeera, almeno 32 palestinesi sono stati uccisi oggi da attacchi israeliani, in un’escalation che colpisce duramente, ancora una volta, la popolazione civile del territorio assediato.
La strage più grave si è consumata a Gaza City, dove si registrano almeno 29 morti, vittime di bombardamenti condotti in diverse aree della città. Colpiti edifici residenziali, strade e rifugi di fortuna, in una zona dove migliaia di sfollati si concentrano per mancanza di alternative.
A sud della Striscia, invece, un raid israeliano ha colpito tende di sfollati nei pressi di Rafah, provocando otto morti, tra cui il dottor Mousa Khafaja e tre dei suoi figli. Uno dei figli è sopravvissuto, ma versa in gravi condizioni. Khafaja era un noto ginecologo e consulente presso l’ospedale Nasser, una delle poche strutture sanitarie ancora parzialmente funzionanti nel sud di Gaza.
L’attacco al medico e alla sua famiglia ha scosso profondamente la comunità sanitaria già allo stremo, simbolo di un conflitto che colpisce indiscriminatamente anche coloro che cercano di salvare vite. L’ospedale Nasser, dove il dottor Khafaja lavorava, è stato più volte nel mirino dei raid israeliani e soffre da mesi la carenza di medicinali, attrezzature e personale.
Questi nuovi attacchi si inseriscono in una campagna militare che ha già causato, secondo dati del ministero della Sanità di Gaza, oltre 38.000 morti tra i palestinesi, in gran parte civili, dall’inizio dell’offensiva israeliana lo scorso ottobre. La comunità internazionale continua a lanciare appelli per un cessate il fuoco duraturo, finora rimasti inascoltati.