Mezzo milione di persone si sono radunate sabato all’ippodromo di Zagabria per assistere al concerto di Marko Perković, in arte Thompson, celebre cantante croato ritenuto filo-nazista. L’evento, annunciato mesi fa, ha suscitato fin dall’inizio forti polemiche. A garantire la sicurezza c’erano oltre 11.000 agenti e 70 vigili del fuoco, oltre all’allestimento di un ospedale di fortuna. La città è rimasta bloccata per l’intera giornata, ma non si sono verificati incidenti rilevanti.
A dividere il pubblico non è stato solo il cantante, ma anche la presenza del primo ministro conservatore Andrej Plenković, fotografato durante la prova generale insieme ai figli piccoli, mentre Thompson firmava autografi. Un gesto duramente condannato dai Socialdemocratici (Sdp), principale partito d’opposizione, che ha parlato di “vergogna globale” e accusato il governo di non prendere le distanze dal revisionismo storico e dal movimento ustascia, milizia croata alleata dei nazisti nella Seconda guerra mondiale.
A difesa dell’artista è intervenuto il ministro dell’Interno Davor Božinović, anch’egli del partito Hdz, che ha definito il concerto “uno spettacolo mai visto al mondo”, sottolineando il messaggio di unità, amore per la patria e per i valori che ci uniscono. “La Croazia è un Paese democratico, europeo e organizzato”, ha scritto su TikTok, rivendicando il diritto di ogni cittadino alla propria musica e identità.
Sebbene lui stesso neghi ogni legame e ribadisca di cantare soltanto la lotta per l’indipendenza croata degli anni ’90, molte sue canzoni – e in particolare il saluto “Za dom spremni” (“Per la patria, pronti!”) con cui una di esse inizia – sono ritenute espressioni di simpatia per gli ustascia. Thompson – il cui nome deriva dal tipo di fucile che usava in guerra (1991-1995) – spesso lo giustifica come saluto patriottico croato, il che è stato smentito da storici e organizzazioni antifasciste, come il Simon Wiesenthal Center, che lo considerano invece un chiaro riferimento.
Non a caso, i concerti di Thompson sono stati vietati o cancellati in diversi paesi europei. Nel campo di concentramento di Jasenovac, furono sterminati oltre 80.000 serbi, ebrei, zingari e croati antifascisti. Proprio per questo, il concerto ha provocato reazioni dure: “È stato il più grande raduno filo-fascista in Europa dal dopoguerra e un attacco ai valori costituzionali della Croazia”, ha dichiarato l’Iniziativa dei giovani per i diritti umani (Yihr).
Dal palco, Thompson ha invece lanciato un messaggio all’Europa: “Torniamo alle nostre radici cristiane. Solo così la Croazia può essere forte”.