Gaza muore di fame: oltre 100 Ong accusano Israele di ostacolare gli aiuti umanitari
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Gaza muore di fame: oltre 100 Ong accusano Israele di ostacolare gli aiuti umanitari

Più di 100 organizzazioni umanitarie hanno lanciato l’allarme mercoledì, denunciando che «la fame di massa» si sta diffondendo a Gaza, secondo quanto riportato da Agence France-Presse

Gaza muore di fame: oltre 100 Ong accusano Israele di ostacolare gli aiuti umanitari
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23 Luglio 2025 - 17.26


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Più di 100 organizzazioni umanitarie hanno lanciato l’allarme mercoledì, denunciando che «la fame di massa» si sta diffondendo a Gaza, secondo quanto riportato da Agence France-Presse (AFP).

Israele è sottoposto a una crescente pressione internazionale a causa della catastrofica situazione umanitaria nel territorio palestinese, dove oltre due milioni di persone affrontano gravi carenze di cibo e altri beni essenziali dopo 21 mesi di conflitto, scatenato dall’attacco di Hamas contro Israele.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato martedì che le forze israeliane hanno ucciso più di 1.000 palestinesi mentre cercavano di ottenere aiuti alimentari, da quando – a fine maggio – è iniziata l’operatività della Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, che di fatto ha messo da parte il sistema di coordinamento guidato dall’ONU.

In una dichiarazione firmata da 111 organizzazioni, tra cui Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children e Oxfam, si legge che «i nostri colleghi e le persone che assistiamo stanno lentamente morendo di fame».

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I gruppi umanitari chiedono un cessate il fuoco immediato negoziato, l’apertura di tutti i valichi terrestri e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi coordinati dalle Nazioni Unite.

Israele afferma che gli aiuti umanitari stanno entrando a Gaza e accusa Hamas di sfruttare la sofferenza dei civili, sottraendo gli aiuti per poi rivenderli a prezzi gonfiati o sparando contro chi è in attesa di riceverli.

Nella dichiarazione congiunta, le organizzazioni umanitarie denunciano che magazzini pieni di tonnellate di forniture si trovano fermi, inutilizzati, appena fuori dal territorio e anche all’interno, perché è impedito loro l’accesso o la distribuzione dei beni.

Le organizzazioni firmatarie affermano:

I palestinesi sono intrappolati in un ciclo di speranza e delusione, in attesa di assistenza e di cessate il fuoco, solo per risvegliarsi ogni volta in condizioni ancora peggiori.

Non si tratta solo di sofferenza fisica, ma anche psicologica. La sopravvivenza viene fatta apparire come un miraggio.

Il sistema umanitario non può funzionare con promesse vuote. Gli operatori umanitari non possono lavorare con scadenze che cambiano continuamente o aspettare impegni politici che non si traducono mai in accesso reale.

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