“Tutta Gaza sarà ebraica. Il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male. Stiamo spingendo la popolazione che si è istruita sul Mein Kampf“. Lo ha dichiarato il ministro del Patrimonio di Israele, Amihai Ben-Eliyahu, esponente del partito di estrema destra Otzma Yehudit, in un intervento riportato dal giornalista di Axios Barak Ravid sul social X.
Le frasi hanno immediatamente suscitato reazioni sia in Israele sia a livello internazionale. Il quotidiano israeliano Haaretz ha sottolineato la gravità delle affermazioni, parlando di una “retorica radicale senza precedenti da parte di un ministro in carica”, mentre The Times of Israel ricorda che Ben-Eliyahu è lo stesso politico che nel novembre 2023 aveva invocato l’uso di armi nucleari contro la Striscia di Gaza, dichiarazione per la quale fu temporaneamente sospeso dal governo.
Le dichiarazioni arrivano in un momento di forte tensione per il governo Netanyahu, sotto pressione sia sul fronte interno che su quello diplomatico. Secondo quanto riportato da La Stampa e HuffPost Italia, i negoziati per un cessate il fuoco con Hamas, mediati in Qatar, si sono interrotti dopo il ritiro delle delegazioni israeliana e statunitense. Il governo accusa Hamas di non negoziare in buona fede.
Nel frattempo, la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza continua a peggiorare. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 95% della popolazione non ha accesso stabile all’acqua potabile, mentre l’Unicef ha segnalato oltre 5.000 bambini affetti da malnutrizione acuta nelle prime due settimane di luglio, con almeno 838 casi in condizioni gravi. I decessi per fame, secondo fonti delle Nazioni Unite citate da La Provincia di Cremona, avrebbero raggiunto quota 86, tra cui 76 minori.
Sempre secondo fonti umanitarie, più di 800 camion carichi di aiuti restano bloccati ai valichi di Kerem Shalom e Zikim, nonostante l’impegno dichiarato dalle autorità israeliane a facilitare l’ingresso degli aiuti. Israele accusa Hamas di ostacolarne la distribuzione; accuse smentite da diverse ONG attive sul campo.
Ben-Eliyahu è uno dei principali alleati del ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, anch’egli membro di Otzma Yehudit, partito noto per le sue posizioni favorevoli al trasferimento forzato dei palestinesi e per la sua ideologia ispirata al rabbino Meir Kahane, la cui formazione politica fu bandita in passato per razzismo.
Al momento, nessuna smentita ufficiale è giunta dall’ufficio del Primo Ministro. Le dichiarazioni di Ben-Eliyahu vengono tuttavia ritenute potenzialmente dannose per Israele sul piano internazionale, proprio mentre cresce la pressione su Gerusalemme da parte di diversi Stati membri delle Nazioni Unite – inclusa la Francia – affinché si ponga fine alla guerra a Gaza e si riconosca lo Stato di Palestina.