Il numero di persone morte per fame a Gaza nell’ultima settimana è ormai vicino a eguagliare il totale dei decessi per malnutrizione registrati dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023. A lanciare l’allarme è Jeremy Konyndyk, presidente della ONG Refugees International, in un’intervista rilasciata alla CNN.
Secondo Konyndyk, “stiamo assistendo a un’escalation catastrofica della crisi alimentare. La fame, che da mesi morde la popolazione civile, sta ora uccidendo a un ritmo senza precedenti”. L’osservazione si basa su nuovi dati raccolti dalle agenzie umanitarie, che segnalano un picco improvviso e drammatico nei decessi legati alla carestia, in particolare tra i bambini e le persone più vulnerabili, intrappolati in aree prive di accesso a cibo, acqua e cure mediche.
Il quadro delineato da Refugees International è confermato da diverse fonti internazionali, secondo cui interi distretti della Striscia di Gaza sono ormai al collasso. Ospedali allo stremo, convogli umanitari bloccati ai valichi, e un sistema di distribuzione alimentare ridotto all’osso stanno contribuendo a una tragedia annunciata.
Le Nazioni Unite avevano già classificato Gaza come uno dei luoghi più a rischio carestia al mondo. Un rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), pubblicato a marzo, aveva avvertito che oltre un milione di persone erano sull’orlo della fame estrema. Gli sviluppi degli ultimi giorni sembrano confermare gli scenari peggiori.
“Siamo davanti a una situazione di fame deliberata”, ha aggiunto Konyndyk, sottolineando che l’ostruzione sistematica degli aiuti umanitari da parte delle forze israeliane sta aggravando la catastrofe. “Questa non è una carestia naturale: è il risultato diretto delle decisioni politiche e militari prese sul terreno”.
La denuncia arriva mentre aumentano le pressioni internazionali affinché Israele faciliti l’accesso umanitario su vasta scala e ponga fine alle restrizioni che impediscono l’ingresso regolare di cibo, medicinali e carburante. Tuttavia, a dispetto degli appelli delle Nazioni Unite, delle ONG e di numerosi governi, i corridoi umanitari restano instabili e soggetti a continui blocchi.
Nel frattempo, le testimonianze che filtrano dall’interno della Striscia parlano di bambini ridotti pelle e ossa, madri che non riescono più ad allattare, anziani che muoiono in silenzio nei rifugi improvvisati. Le immagini che arrivano dagli ospedali di Gaza, dove i medici documentano ogni giorno nuovi casi di decessi legati alla fame, mostrano il volto umano e insostenibile della crisi.
Mentre la guerra continua e la diplomazia internazionale appare impotente, la fame ha smesso di essere solo una minaccia: è diventata una sentenza.