La Gaza dei sogni di Tel Aviv: senza palestinesi, tra spiagge dorate e Trump Tower sulla pulizia etnica
Top

La Gaza dei sogni di Tel Aviv: senza palestinesi, tra spiagge dorate e Trump Tower sulla pulizia etnica

Un video generato dall'intelligenza artificiale firmato da Gila Gamliel ha fatto il giro del mondo, sapendo che Gila Gamliel, membro del Likud, è il ministro israeliano della scienza e della tecnologia. 

La Gaza dei sogni di Tel Aviv: senza palestinesi, tra spiagge dorate e Trump Tower sulla pulizia etnica
Gila Gamliel
Preroll

Beatrice Sarzi Amade Modifica articolo

27 Luglio 2025 - 00.09


ATF

Un video generato dall’intelligenza artificiale firmato da Gila Gamliel ha fatto il giro del mondo, sapendo che Gila Gamliel, membro del Likud, è il ministro israeliano della scienza e della tecnologia. 

Il futuro di Gaza è ben descritto nel video, “con Trump e Netanyahu.” 

Un fiume e un centro business, se lo andrete a guardare vedrete i maschi, sì, solo il genere maschile, in giacca e cravatta, molto felici, visibilmente, al ritmo dei loro dividendi, e poi una Trump Tower accanto a una moschea. 

Moschea sì, ma mi domando l’incongruenza, visto che non ci sono arabi per strada. 

Tutto nuovo di zecca, si vede come vengono ricostruite le rovine di Gaza, dalla magia del sorriso di due coppie, Trump e Melania e Netanyahu e sua moglie e, stranamente, sia Trump che Netanyahu vengono presentati dall’IA senza alcun abbellimento grazie alla stessa Gila Gamliel. 

E’ tutto bello, con il mare e le spiagge di sabbia fine che confinano con lunghi viali seminati da edifici high-tech. Non leggo l’ebraico, mio nonno, come ho già detto, diceva che Dio parlava yiddish durante la settimana e l’ebraico il sabato, ma, siccome non esisteva, infatti, anche il sabato, doveva parlare cinese, e quindi, non leggo i testi di questo piccolo video. Ma come sarei grata a qualcuno che parla ebraico per tradurlo.

Il piano di Gila Gamliel, presentato da ottobre 2023…, raggiunge ciò che Google Translate chiama “immigrazione volontaria.”

Leggi anche:  Mike Huckabee, l'ambasciatore Usa che definisce 'disgustoso' l'invito a fermare la mattanza di bambini a Gaza

Molti sostengono che questa non è una ricolonizzazione di Gaza, è un’immigrazione di coloni ebrei. 

No, è immigrazione volontaria dei palestinesi.

 I palestinesi che “accetterebbero” di lasciare Gaza, infatti, non sarebbero Emigranti, lasciando le loro case per andare altrove, ma Immigrati lasciando altrove per tornare a casa. 

L’idea è di per sé abissale: 

gli abitanti di Gaza devono andarsene, “sono loro o no”, dice il testo di Gila Gamliel, ma, infatti, non è che devono andarsene, è “tornare a casa”. Tornare a casa significa tornare con gli altri arabi, o con gli altri musulmani. 

E sì, l’obiettivo del governo sarà raggiungere, a termine, ma ovviamente, abbastanza vicino, qualcosa come 200.000 o 300.000 abitanti “arabi” a Gaza. Altri potrebbero essere accolti in Libia, Etiopia e Indonesia, ma l’Etiopia da quando è considerata un paese arabo?. 

Le “Città umanitarie” non sono menzionate, per quanto ne so, in questo documento che prevede il futuro di Gaza dopo il suo smantellamento, l’idea è che tutti se ne vanno, assolutamente tutti. 

Dobbiamo “PULIRE” e “DENAZIFICARE” gli arabi. 

E l’ultima parola mi ricorda un’altra “denazificazione” in corso in Ucraina, giusto per capire come il mondo stia virando.

Allo stesso tempo, ho seguito una polemica intorno all’insostenibile foto di questo bambino pubblicata da Libération. Non ne ho parlato prima, perché anch’io pensavo che Libération avesse pubblicato la foto di una carestia in Yemen e volevo esserne certa. Infatti oggi è stato stabilito che questa foto è molto reale, datata luglio 2025, e non riguarda lo Yemen, ma Gaza. 

Leggi anche:  Israele distrugge mille camion di aiuti lasciati scadere: crimini di guerra mentre a Gaza muore di fame

Questa foto indica, di per sé, la fine dello status di Israele di paese rifugio per gli ebrei del mondo. Perché se il rifugio va pagato a tale prezzo, allora di che rifugio stiamo parlando?

E sì, è un quadro che ricorda le carestie dello Yemen, e così tante altre.

Qual è lo scopo di questa carestia? 

È possibile uccidere i restanti 200,00000 Gazan? 

È per farli impazzire. 

Mi sono imbattuta anche in un video, in ebraico, con sottotitoli automatici, di un medico che spiegava alla TV israeliana che solo gli “uomini forti” potevano nutrirsi a Gaza. Cioè uomini che sanno tenere e difendere la loro razione di cibo, quello che donne e bambini non possono fare, che molto spesso, in coda per il cibo, vengono assaliti da altri uomini, donne e bambini. 

Di solito si verificano massacri in questi tempi: i soldati israeliani, invece di distribuire cibo a tutti, sparano nel mucchio quando gli scontri sono troppo violenti, cioè quasi sempre. 

La carestia serve a distruggere le menti, poiché le persone cadono nell’ossessione di trovare qualcosa da mangiare, 

Leggi anche:  Il più grande produttore europeo di missili vende a Israele componenti usate in attacchi che hanno ucciso bambini

serve anche a distruggere la solidarietà tra le persone, 

serve a distruggere ogni possibilità della società, a causa della violenza interna che produce. 

Promiscuità, totale mancanza di igiene, malattie, fisiche e soprattutto mentali, legate alla malnutrizione, paura costante di morire sotto i proiettili israeliani, e morire per una manciata di farina, questo è ciò che costruisce il fiume israeliano e i sorrisi dei bellissimi giovani che mangiano sorridendo nei bellissimi ristoranti del video di Gila Gamliel.

Non ho citato il responsabile, mi verrà detto: Hamas. Lo cito. 

Questo aiuta i lettori a dire che è colpa di Hamas? 

È Hamas che sta dirottando aiuti, o trafficando, o affamando la propria popolazione? Di nuovo, perché non far entrare massicci aiuti internazionali sotto l’egida dell’ONU?

Se vi aiuta, voglio dire se vi fermate a questo per dire che, questa carestia, questo orrore quotidiano, in nome di questa “rivera”, non possiamo fare qualcosa a riguardo, perché è guerra, e bisogna “eradicare” Hamas, e sì, “denazificare” la popolazione, ma come si può credere che ce la farai facendo, o lasciando che accada?

La domanda che mi dà fastidio di più è questa, chi sei diventata? 

Come sei diventata testimone, e non solo testimone, ma partecipante attiva di un crimine di massa?

Con le parole è facile giocare, coi fatti è meglio tacere per alcuni

Native

Articoli correlati