L’intesa con Trump penalizza l’Europa
Diverse banche commerciali europee hanno avvertito stamane i propri clienti che il nuovo accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti è “asimmetrico” e fortemente favorevole a Washington. A rendere più amaro il confronto, anche il fatto che Trump, in parallelo, ha concesso ulteriori aperture a Pechino, segnalando una doppia linea negoziale che mette in difficoltà Bruxelles.
Concessioni a Pechino mentre si impone Bruxelles
Secondo indiscrezioni emerse lunedì, l’amministrazione statunitense ha sospeso temporaneamente le restrizioni sulle esportazioni tecnologiche verso la Cina per non compromettere i negoziati in corso e favorire un possibile incontro tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Il Bureau per l’industria e la sicurezza del Dipartimento del Commercio USA – responsabile dei controlli sulle esportazioni – avrebbe ricevuto l’indicazione di evitare misure troppo rigide contro Pechino, secondo quanto riportato da fonti interne all’amministrazione.
Von der Leyen: “Il massimo ottenibile”
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha ammesso che l’intesa appena firmata è inferiore all’accordo a dazio zero proposto da Bruxelles ad aprile. “Il 15% non è da sottovalutare, ma è il meglio che potessimo ottenere”, ha dichiarato nella serata di ieri. Ha poi cercato di rassicurare i mercati europei parlando di “ritorno alla stabilità e prevedibilità” e descrivendo l’intesa con un aggettivo caro a Trump: “enorme”.
Gozi: “Accordo squilibrato e miope”
Critiche più nette sono arrivate dall’eurodeputato Sandro Gozi, del gruppo Renew Europe, che ha definito l’accordo “sbilanciato e pericolosamente miope”. Il commento riflette il crescente malumore nei ranghi europei, anche tra chi in passato si era mostrato favorevole a un dialogo transatlantico rafforzato.
Allarme dall’industria automobilistica tedesca
La presidente della federazione dell’industria automobilistica tedesca (VDA), Hildegard Müller, ha accolto con sollievo il fatto che sia stata evitata una nuova escalation tariffaria, ma ha avvertito che l’accordo comporterà costi rilevanti per un settore già in difficoltà nella competizione con i rivali cinesi. “Il dazio del 15% sui prodotti automobilistici imposto dagli Stati Uniti costerà miliardi ogni anno alle aziende tedesche e rappresenta un peso ulteriore proprio nel mezzo di una fase di trasformazione profonda per il settore”, ha dichiarato.
Unicredit: “Intesa sfavorevole per l’UE”
Anche il mondo della finanza ha espresso scetticismo. In una nota indirizzata alla clientela, Unicredit ha scritto: “È un buon accordo per l’Europa? Probabilmente no. Il risultato è fortemente asimmetrico e lascia i dazi americani sulle merci europee a livelli molto più alti rispetto a quelli europei sulle importazioni dagli Stati Uniti”.
Bayrou: “Giorno cupo per l’Europa libera”
Infine, il primo ministro francese François Bayrou ha commentato con toni gravi l’accordo, pubblicando un messaggio sui social:
“Accordo Von der Leyen-Trump: è un giorno cupo, quando un’alleanza di popoli liberi, uniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, si rassegna alla sottomissione.”
Un commento che sintetizza il sentimento diffuso in Europa: l’accordo con Washington, anziché rafforzare il legame transatlantico, rischia di acuire le fratture interne e indebolire la posizione dell’UE nel confronto globale.