Secondo l’agenzia della protezione civile di Gaza, controllata da Hamas, mercoledì almeno 30 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano mentre aspettavano aiuti umanitari nel nord della Striscia.
Mahmud Bassal, portavoce della protezione civile di Gaza, ha dichiarato all’AFP che “almeno 30” persone sono morte e altre 300 sono rimaste ferite.
L’esercito israeliano ha affermato di non avere notizie di vittime nell’incidente avvenuto a nord di Gaza City, mentre le Nazioni Unite hanno fatto sapere che le pause nell’offensiva israeliana contro Hamas non sono sufficienti per alleviare la grave crisi alimentare che sta colpendo la popolazione.
L’Ufficio dell’ONU per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha riferito che, a quattro giorni dall’annuncio delle “pause tattiche” da parte di Israele, si continua a morire di fame e malnutrizione, e si contano vittime anche tra coloro che cercano disperatamente di ricevere aiuti.
Mohammed Abu Salmiya, direttore dell’ospedale Al-Shifa di Gaza City, ha dichiarato che la struttura ha ricevuto 35 corpi a seguito della sparatoria, che sarebbe avvenuta a circa tre chilometri (due miglia) a sud-ovest del valico di Zikim, uno dei punti di ingresso degli aiuti nella Striscia.
Nel frattempo, mentre i colloqui per un cessate il fuoco restano in stallo, è atteso per giovedì in Israele l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff.
Witkoff è coinvolto nei negoziati indiretti per una tregua tra Israele e Hamas. Le trattative si sono interrotte la scorsa settimana, quando le delegazioni di Israele e Stati Uniti si sono ritirate da Doha.
Un funzionario americano ha riferito alla stampa che Witkoff “incontrerà i responsabili israeliani per discutere i prossimi passi nella gestione della crisi a Gaza”.
La sua visita arriva mentre il Canada, dopo Francia e Regno Unito, ha annunciato l’intenzione di riconoscere uno Stato palestinese durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite prevista per settembre.
