di Josep Borrell*
Se sopravviveranno agli attacchi di Donald Trump, i tribunali internazionali non emetteranno un verdetto definitivo ancora per diversi anni. Ma per chi ha orecchie per ascoltare e occhi per vedere, non può esserci alcun dubbio: il governo israeliano sta commettendo un genocidio a Gaza, massacrando e affamando civili dopo aver sistematicamente distrutto tutte le infrastrutture del territorio.
Nel frattempo, coloni e esercito israeliano si rendono ogni giorno responsabili di gravi, massicce e ripetute violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
Chi non agisce per fermare questo genocidio e queste violazioni del diritto internazionale, pur avendone il potere, ne è complice. Purtroppo è il caso dei leader dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che si rifiutano di sanzionare Israele nonostante l’UE abbia l’obbligo giuridico di farlo.
L’UE dispone di numerosi strumenti per esercitare una significativa pressione sul governo israeliano. È il principale partner commerciale di Israele, il suo maggiore investitore e il principale attore negli scambi tra cittadini. È anche uno dei principali fornitori di armi. L’accordo di associazione tra l’UE e Israele, in vigore dal 2000 dopo gli Accordi di Oslo, è il più favorevole tra tutti quelli firmati dall’Unione con paesi terzi. Oltre all’azzeramento dei dazi doganali su beni e servizi e alla libertà di circolazione per i cittadini israeliani, l’accordo garantisce a Israele l’accesso a numerosi programmi europei di finanziamento e cooperazione, come Horizon ed Erasmus.
Tuttavia, l’articolo 2 di questo accordo vincola tutto ciò al rispetto da parte di Israele del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali. La sua sospensione, quindi, non è una scelta discrezionale dell’Unione: dal momento in cui i ministri degli Esteri dell’UE hanno constatato che Israele non rispetta tali diritti, i vertici europei hanno l’obbligo giuridico di sospendere l’accordo. Non farlo costituirebbe a sua volta una violazione grave dello stesso accordo di associazione.
Eppure, nonostante tutti i miei sforzi in tal senso quando ero Alto Rappresentante dell’UE, e nonostante il drammatico peggioramento della situazione umanitaria a Gaza e le crescenti violazioni del diritto internazionale in Cisgiordania negli ultimi mesi, l’Unione e la maggior parte dei governi europei non hanno finora utilizzato nessuno degli strumenti a loro disposizione per fare pressione sul governo israeliano.
Il risultato è che, di fronte all’intransigenza del governo Netanyahu, l’UE da oltre un anno e mezzo non riesce più ad affermare la propria adesione ai diritti umani fondamentali, la difesa del diritto internazionale e del multilateralismo, né la propria storica posizione a favore della soluzione dei due Stati. Questa inazione ha già compromesso seriamente la sua credibilità geopolitica, non solo nel mondo musulmano, ma a livello globale. Il netto contrasto tra la fermezza delle autorità europee di fronte all’aggressione russa contro l’Ucraina e la loro passività davanti alla guerra a Gaza è stato ampiamente strumentalizzato dalla propaganda di Vladimir Putin contro l’UE. E con successo, come abbiamo visto in particolare nella regione del Sahel. Questo doppio standard europeo ha anche indebolito fortemente il sostegno all’Ucraina in molti paesi in via di sviluppo.
Continuare a non sospendere l’accordo di associazione, nonostante le sue evidenti violazioni da parte di Israele; continuare a non bloccare le forniture di armi a un paese responsabile di crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza; non vietare l’importazione di beni provenienti dagli insediamenti illegali, nonostante le decisioni della Corte internazionale di giustizia in merito; non sanzionare ministri e leader israeliani che rilasciano dichiarazioni di stampo genocida; non vietare a Netanyahu l’uso dello spazio aereo europeo, nonostante il mandato d’arresto della Corte penale internazionale; non sostenere i giudici della Corte e i funzionari delle Nazioni Unite colpiti da sanzioni statunitensi – tutto questo sta screditando l’Unione Europea agli occhi del mondo e sta minando il diritto internazionale e l’ordine multilaterale che essa stessa afferma di difendere.
Mentre subisce gli attacchi di Putin da est e di Trump da ovest, l’UE aggrava la propria isolazione, tagliando i ponti con il resto del mondo.
I leader dell’Unione e degli Stati membri saranno probabilmente chiamati a rispondere in futuro della loro complicità nei crimini contro l’umanità commessi dal governo di Netanyahu. E, col senno di poi, gli stessi europei giudicheranno severamente la loro cecità davanti al genocidio in atto.
Ma è urgente agire ora per limitare i danni. L’Unione Europea deve finalmente decidere di sanzionare Israele, senza ulteriori ritardi. È l’unico linguaggio che i dirigenti israeliani comprendono per fermare i crimini contro l’umanità.
*Josep Borrell è stato Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal 2019 al 2024.