Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha dichiarato l’intenzione di rafforzare la sovranità dello Stato ebraico su Gerusalemme, includendo esplicitamente il Monte del Tempio — noto ai musulmani come Spianata delle Moschee, il terzo luogo più sacro dell’Islam. In un post su X, accompagnato da immagini della sua visita al Muro Occidentale insieme a soldati dell’IDF, Katz ha scritto: «Coloro che odiano Israele in tutto il mondo continuano a prendere decisioni contro di noi e a protestare, e noi rafforzeremo la nostra presa e la nostra sovranità su Gerusalemme, sul Muro Occidentale e sul Monte del Tempio — per sempre».
Le sue parole arrivano in un contesto già carico di tensioni religiose e politiche. Poco prima, il controverso ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, esponente dell’estrema destra religiosa, ha effettuato una visita provocatoria al Monte del Tempio, attirandosi la dura condanna di diversi Paesi arabi. Il ministero degli Esteri giordano ha definito la visita «una flagrante violazione dello status quo storico e legale dei luoghi santi islamici a Gerusalemme», mentre l’Arabia Saudita ha denunciato l’atto come «una provocazione deliberata nei confronti dei sentimenti dei musulmani».
Il Monte del Tempio è amministrato religiosamente dal Waqf islamico giordano, ma Israele ne controlla l’accesso. L’accordo tacito, noto come “status quo”, prevede che solo i musulmani possano pregare sulla Spianata, mentre agli ebrei è consentito visitare il sito in orari stabiliti, senza compiere atti religiosi. Tuttavia, negli ultimi anni, esponenti della destra israeliana — incluso Ben-Gvir — hanno sfidato ripetutamente questa prassi, alimentando la tensione con i Paesi arabi e con la comunità palestinese.
Le nuove dichiarazioni di Katz, in linea con la retorica nazional-religiosa del governo Netanyahu, rischiano di aggravare ulteriormente la situazione in una Gerusalemme già profondamente polarizzata. La Reuters e Al Jazeera riportano che negli ultimi mesi il numero di visite di ebrei ortodossi al sito è aumentato sensibilmente, e con esse anche gli episodi di tensione e le proteste palestinesi.
Nel frattempo, le autorità palestinesi hanno accusato Israele di voler modificare unilateralmente lo status quo dei luoghi santi per rafforzare il controllo su Gerusalemme Est, considerata da gran parte della comunità internazionale territorio occupato.