Netanyahu annuncia l’occupazione totale di Gaza: ostaggi usati come pretesto per annientare i palestinesi
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Netanyahu annuncia l’occupazione totale di Gaza: ostaggi usati come pretesto per annientare i palestinesi

Israele pronto a occupare Gaza. Secondo quanto riferito da un alto funzionario dell’Ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu a Channel 12

Netanyahu annuncia l’occupazione totale di Gaza: ostaggi usati come pretesto per annientare i palestinesi
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4 Agosto 2025 - 21.53


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Israele pronto a occupare Gaza. Secondo quanto riferito da un alto funzionario dell’Ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu a Channel 12, «la decisione è stata presa»: «Occuperemo la Striscia di Gaza». La spiegazione offerta evidenzia che Hamas si rifiuta di liberare altri ostaggi se non in presenza di una resa totale, ipotesi che Israele esclude categoricamente. «Se non agiamo ora – ha aggiunto la fonte –, gli ostaggi moriranno di fame e Gaza resterà sotto il controllo di Hamas».

Fonti israeliane citate da Ynet riferiscono inoltre che il presidente statunitense Donald Trump avrebbe accordato via libera all’operazione militare contro Hamas. Secondo l’articolazione mediatica, Israele e Washington concordano nell’affermare che Hamas non intenda accettare alcun accordo di tregua.

Il piano del governo Netanyahu, già adottato formalmente, mira alla completa occupazione della Striscia di Gaza: Israele controlla attualmente circa il 75% del territorio e intende estendere la sua presenza militare su tutta l’area, concentrandosi in particolare sulle zone dove si ritiene siano tenuti gli ostaggi. L’obiettivo dichiarato: sconfiggere Hamas, liberare i prigionieri e neutralizzare qualsiasi futura minaccia proveniente da Gaza.

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La mossa – che secondo Reuters coinvolge un’ipotetica annessione graduale di aree qualora Hamas respinga il cessate il fuoco – è stata discussa con l’amministrazione Trump e gode di un sostegno politico rilevante a livello internazionale, almeno negli ambienti favorevoli all’intervento militare.

L’opzione militare sta prendendo piede nel contesto del fallimento dei negoziati indiretti avviati a Doha per un cessate il fuoco di 60 giorni e un accordo di scambio prigionieri-ostaggi. Hamas ha respinto le proposte di tregua, richiedendo il ritiro israeliano completo e la liberazione dei prigionieri palestinesi – condizioni che Israele ritiene inaccettabili. Le intese proposte finora coinvolgono disarmo di Hamas, demilitarizzazione e ritorno al controllo statale della Striscia, ma il programma militare appare oggi privilegiato anche in base alle spinte interne alla coalizione politica israeliana.

Prominenti ex funzionari della sicurezza israeliana – oltre 600 tra generali e dirigenti di Mossad, Shin Bet e esercito – hanno rivolto un appello a Trump: la guerra non può più continuare e solo un accordo può garantire il rilascio integrale degli ostaggi. A loro avviso, gli obiettivi militari di sconfiggere Hamas sono stati comunque già raggiunti, ma i civili israeliani nelle mani del movimento islamista rimangono il nodo principale da sciogliere per via diplomatica.

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La situazione umanitaria in Gaza peggiora di giorno in giorno, con oltre 60.000 vittime palestinesi, strette in una crisi alimentare emergenziale. L’attenzione internazionale si concentra sulla necessità urgente di consentire l’accesso degli aiuti umanitari e di porre fine alla guerra prima che ogni prospettiva di pace venga definitivamente cancellata

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