L’ufficio stampa del governo di Gaza ha comunicato su Telegram che lunedì sono entrati nel territorio soltanto 95 camion carichi di aiuti.
Secondo quanto riportato, la maggior parte degli aiuti sarebbe stata saccheggiata a causa del “caos della sicurezza seminato” da Israele, con l’obiettivo finale di minare la “coesione della società”.
Ricordiamo che la Striscia necessita di almeno 600 camion al giorno, tra aiuti e carburante, per soddisfare i requisiti minimi in termini sanitari, alimentari e di servizi, in un contesto di collasso totale delle infrastrutture e di una guerra genocida in corso.
Condanniamo il perdurare del crimine di fame sistematica, la chiusura dei valichi e l’impedimento all’ingresso degli aiuti. Riteniamo l’occupazione e i suoi alleati pienamente responsabili del peggioramento della catastrofe umanitaria, che colpisce oltre 2,4 milioni di persone.
Chiediamo alla comunità internazionale e al mondo arabo di intervenire concretamente per aprire in modo permanente i valichi, garantire il flusso sicuro e sufficiente di cibo, medicinali e latte in polvere per neonati, e chiamare l’occupazione a rispondere dei suoi crimini contro i civili.
Le autorità israeliane hanno ripetutamente negato l’esistenza di una carestia di massa, sostenendo senza prove che Hamas sottragga e accumuli gli aiuti, e attribuendo la responsabilità della fame ai fallimenti nella distribuzione da parte dell’Onu. Alla fine del mese scorso, esperti in sicurezza alimentare sostenuti dalle Nazioni Unite hanno affermato che a Gaza si sta concretizzando lo “scenario peggiore” e hanno chiesto un cessate il fuoco urgente per alleviare la “diffusa carestia”.
