Netanyahu nega la morte dei palestinesi senza cibo e dice che solo gli ostaggi patiscono la fame a Gaza
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Netanyahu nega la morte dei palestinesi senza cibo e dice che solo gli ostaggi patiscono la fame a Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il piano del suo governo per conquistare Gaza City rappresenterebbe il modo “più rapido” per porre fine alla guerra

Netanyahu nega la morte dei palestinesi senza cibo e dice che solo gli ostaggi patiscono la fame a Gaza
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10 Agosto 2025 - 18.55


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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il piano del suo governo per conquistare Gaza City rappresenterebbe il modo “più rapido” per porre fine alla guerra, sostenendo che Hamas rifiuta di deporre le armi e che circa il 70-75% della Striscia di Gaza è già sotto controllo militare israeliano. Ha indicato Gaza City e i campi centrali di Al Mawasi come ultime “roccaforti” del gruppo palestinese.

Nel difendere questa strategia, Netanyahu ha dichiarato che i civili saranno trasferiti in zone sicure, con cibo, acqua e assistenza medica in abbondanza. Ha inoltre affermato che, dall’inizio della guerra, Israele ha permesso l’ingresso di quasi due milioni di tonnellate di aiuti, negando qualsiasi responsabilità per la carestia in corso. Netanyahu ha anche detto che gli unici a patire la fame a Gaza sono gli ostaggi americani.

Ma queste parole contraddicono in maniera evidente i rapporti delle Nazioni Unite, di organizzazioni umanitarie e di osservatori indipendenti, che hanno documentato sul campo una crisi alimentare di proporzioni catastrofiche, con migliaia di bambini in condizioni di grave malnutrizione e oltre due milioni di persone sull’orlo della fame. Secondo l’ONU, la causa principale di questa carestia è il blocco quasi totale degli aiuti imposto da Israele per mesi, aggravato da restrizioni sistematiche su cibo, acqua e carburante.

Leggi anche:  Blocco degli aiuti e fame di massa: Israele accusato con sempre più fermezza di crimini umanitari a Gaza

Le prove raccolte a livello internazionale indicano chiaramente che la crisi umanitaria non è il risultato di azioni di Hamas, ma una conseguenza diretta delle politiche israeliane di assedio e delle operazioni militari che hanno devastato infrastrutture civili e impedito la distribuzione di aiuti essenziali. In questo contesto, la negazione di Netanyahu appare in netto contrasto con una realtà ampiamente osservata e documentata dalla comunità globale.

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