Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha duramente attaccato i manifestanti pacifisti che, in tutto il Paese, stanno chiedendo la fine della guerra a Gaza. Secondo Netanyahu, le proteste rafforzerebbero Hamas nelle trattative per la liberazione degli ostaggi.
«Coloro che oggi invocano la fine della guerra senza la sconfitta di Hamas non solo irrigidiscono la posizione di Hamas e ritardano il rilascio dei nostri ostaggi, ma garantiscono anche che gli orrori del 7 ottobre si ripetano», ha dichiarato in una riunione di governo, secondo una nota diffusa dal suo ufficio.
Mentre il premier agitava lo spettro del “tradimento”, la polizia israeliana è intervenuta con arresti e violenze contro i manifestanti. In tutto il Paese sono state fermate 38 persone con l’accusa di “disturbo dell’ordine pubblico”. A Tel Aviv diversi attivisti sono stati bloccati dopo aver occupato le strade, accusati dalle autorità di aver “impedito in modo significativo la libertà di movimento”.
Le manifestazioni, animate da migliaia di cittadini e dai familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, chiedono con forza un cessate il fuoco immediato e un accordo che ne consenta la liberazione. Ma il governo Netanyahu, stretto tra la volontà di proseguire l’offensiva militare e la crescente pressione interna, ha scelto la via della repressione.
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