Trump ammette che Putin potrebbe non volere la pace: "Situazione difficile, presto capiremo"
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Trump ammette che Putin potrebbe non volere la pace: "Situazione difficile, presto capiremo"

Trump ha ammesso che il leader del Cremlino potrebbe non avere alcuna intenzione di giungere a un accordo. In tal caso, ha aggiunto, per Putin si creerebbe una “situazione difficile”.

Trump ammette che Putin potrebbe non volere la pace: "Situazione difficile, presto capiremo"
Zelensky e Trump
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19 Agosto 2025 - 15.50


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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato martedì di sperare che Vladimir Putin faccia passi avanti per porre fine alla guerra in Ucraina, pur ammettendo che il leader del Cremlino potrebbe non avere alcuna intenzione di giungere a un accordo. In tal caso, ha aggiunto, per Putin si creerebbe una “situazione difficile”.

In un’intervista al programma Fox & Friends di Fox News, Trump ha affermato di aspettarsi che le intenzioni di Putin diventino chiare nelle prossime settimane. Ha inoltre ribadito che non ci saranno truppe americane sul terreno in Ucraina, senza però fornire dettagli sulle garanzie di sicurezza che Washington potrebbe offrire a Kyiv in un eventuale accordo di pace.

«Non credo sarà un problema raggiungere un accordo, a dire il vero. Penso che Putin sia stanco, come lo sono tutti. Ma non si può mai sapere», ha detto Trump. «Scopriremo le reali intenzioni di Putin nelle prossime settimane. È possibile che non voglia alcun accordo», ha aggiunto, ricordando le sue precedenti minacce di ulteriori sanzioni contro la Russia e contro i Paesi che acquistano il suo petrolio, se Mosca non farà concessioni.

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Ucraina ed Europa hanno accolto con favore la promessa di Trump di fornire garanzie di sicurezza, emersa durante il vertice straordinario di lunedì a Washington. Restano tuttavia numerosi interrogativi, a partire dalla disponibilità di Mosca a collaborare.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito l’incontro alla Casa Bianca un «grande passo avanti» verso la fine del conflitto più sanguinoso in Europa da ottant’anni e ha auspicato la possibilità di un vertice trilaterale con Trump e Putin nelle prossime settimane. Al suo fianco c’erano i leader di Germania, Francia e Regno Unito. L’intesa cordiale mostrata con Trump ha segnato un netto contrasto rispetto al loro disastroso incontro nello Studio Ovale dello scorso febbraio.

Dietro le immagini distensive, però, il cammino verso la pace resta incerto. Zelensky potrebbe trovarsi costretto a dolorosi compromessi per chiudere una guerra che, dall’invasione russa del febbraio 2022, ha provocato oltre un milione di morti e feriti secondo le stime degli analisti.

Intanto i combattimenti non si sono fermati: l’aeronautica ucraina ha denunciato il lancio, nella notte, di 270 droni e 10 missili russi, il più massiccio attacco del mese. Secondo il ministero dell’Energia, sono state colpite infrastrutture nella regione centrale di Poltava, dove si trova l’unica raffineria di petrolio del Paese, provocando vasti incendi.

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«La buona notizia è che alla Casa Bianca non ci sono stati incidenti. Trump non ha chiesto la capitolazione di Kyiv né ha interrotto il sostegno occidentale. L’atmosfera è stata positiva e l’alleanza transatlantica resta in piedi», ha osservato John Foreman, ex addetto militare britannico a Kyiv e Mosca. «Il lato negativo è che regna grande incertezza sul contenuto delle garanzie di sicurezza e su cosa gli Stati Uniti abbiano davvero in mente».

Martedì i Paesi alleati si sono riuniti nel formato della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” per discutere i prossimi passi, mentre i vertici militari della Nato affrontavano anch’essi il tema delle garanzie per l’Ucraina.

Da Mosca, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato che la Russia non rifiuta nessun formato di discussione sul processo di pace, ma ha sottolineato che un eventuale incontro fra leader «deve essere preparato con la massima cura».

«Non si sente ancora odore di pace. Putin non accetterà: non è una persona di quel tipo», ha commentato Oksana Melnyk, 63 anni, residente a Kyiv. «Vorrei davvero che tutto finisse pacificamente, ma purtroppo sono morti troppi dei nostri».

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Putin ha ribadito che la Russia non tollererà la presenza di truppe NATO in Ucraina e non ha fatto alcun passo indietro dalle sue richieste territoriali, comprese aree che Mosca nemmeno controlla militarmente, come emerso dal vertice con Trump ad Anchorage la settimana precedente.

Trump non ha chiarito quale forma potrebbero assumere le garanzie di sicurezza statunitensi. In Alaska ha già ammorbidito la sua posizione, rinunciando a porre come condizione preliminare un cessate il fuoco.

Secondo Neil Melvin, direttore per la sicurezza internazionale al Royal United Services Institute, Mosca potrebbe trascinare i negoziati a lungo, nel tentativo di guadagnare tempo e attenuare le pressioni di Washington. «Dietro le quinte c’è una lotta: da un lato l’Ucraina e gli europei, dall’altro la Russia, e nessuno vuole sembrare davanti a Trump come l’ostacolo al suo processo di pace».

«Tutti si muovono in punta di piedi attorno a Trump per evitare di essere additati come responsabili», ha aggiunto. «Il problema è che le sue dichiarazioni sulle garanzie di sicurezza sono così vaghe che è difficile prenderle davvero sul serio».


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