Da Rabin costruttore di pace a Netanyahu seminatore di odio: Israele passa dalla speranza all’isolamento totale
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Da Rabin costruttore di pace a Netanyahu seminatore di odio: Israele passa dalla speranza all’isolamento totale

Davvero viviamo in tempi terribili, quelli in cui criminali dichiarati tali dalla Corte penale internazionale, Putin e Netanyahu, sono liberi di incontrarsi col presidente degli Usa e fanno tutto ciò che vogliono

Da Rabin costruttore di pace a Netanyahu seminatore di odio: Israele passa dalla speranza all’isolamento totale
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Michele Cecere Modifica articolo

21 Agosto 2025 - 10.30


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“Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta.
Una fronte distesa
vuol dire insensibilità.
Chi ride,
la notizia atroce
non l’ha ancora ricevuta.
Quali tempi sono questi,
quando discorrere d’alberi
è quasi un delitto,
perché su troppe stragi
comporta silenzio!”

Sono i primi versi della poesia A coloro che verranno, scritta nel 1939 da Bertolt Brecht.
Era il tempo dello scoppio della seconda guerra mondiale, troppe le similitudini col mondo attuale, in cui dominano Trum-Puti-Netanyahu: non è uno scioglilingua ma, fateci caso, dove finisce uno comincia l’altro.

I primi due hanno messo in scena la farsa del 15 agosto 2025, stupefacente l’idea di Trump: invitare l’orso russo per un disgelo nel posto più freddo degli Usa, quella Anchorage in Alaska dove non è certo raro incontrare orsi veri, quella Anchorage che in inglese vuol dire ancoraggio. E il dittatore del Cremlino si è confermato sempre più ancorato alle sue mire neo-imperialiste, che non prevedono nessuna concessione al nemico, anche perché ormai intravede la possibilità di portare il conflitto fino in fondo, conquistando l’intera Ucraina.

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Ma torniamo a Brecht, il grande drammaturgo tedesco che nel 1939 parlava di Hitler (definendolo imbianchino per via dell’hobby della pittura) e di nazismo. In quel 1939 inizia il più grande conflitto del ‘900: di lì a poco avremmo avuto modo di apprendere delle rappresaglie tedesche contro i partigiani, della “soluzione finale” progettata dai nazisti contro gli ebrei e di altre orribili eredità di quel terribile periodo.

La storia si ripete, soprattutto perché l’umanità è incapace di coltivare la memoria, né di imparare la lezione di quel tempo.

Il cardinale Zuppi a Marzobotto, fra i ruderi della chiesa dell’eccidio nazista del 1944, il 14 agosto ha guidato la lettura dei nomi dei bambini morti nel conflitto israelo-palestinese: 16 bimbi israeliani e 12.221 palestinesi. Rapporto 1 a 763: i nazisti nel 1943 alle fosse Ardeatine si erano accontentati di trucidare 10 italiani per ogni tedesco.

Questa non è purtroppo l’unica similitudine fra i nazisti e l’attuale governo israeliano di Netanyahu, in cui gli esponenti estremi non hanno alcuna remora nel prospettare una “soluzione finale” verso i palestinesi, soluzione degna erede della terribile shoah.

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Davvero viviamo in tempi terribili, quelli in cui criminali dichiarati tali dalla Corte penale internazionale, Putin e Netanyahu, sono liberi di incontrarsi col presidente degli Usa e fanno tutto ciò che vogliono, grazie all’ ormai conclamata incapacità di Donald Trump. Soprattutto, con l’attuale inquilino della Casa Bianca, distruggono quel che resta di Onu e di altri organismi democratici mondiali.

Il prossimo 4 novembre saranno trascorsi 30 anni dell’uccisione di Yitzhak Rabin, primo ministro di Israele e premio Nobel per la pace nel 1994, dopo la firma degli accordi di pace con Arafat a Oslo nel 1993.

Queste le parole del suo ultimo intervento, pronunciato ad una manifestazione per la pace e contro la violenza:

“…Vorrei ringraziare ognuno di voi che è venuto qui oggi a manifestare per la pace e contro la violenza.
Questo governo, che ho il privilegio di presiedere con il mio amico Shimon Peres, ha scelto di dare una possibilità alla pace, una pace che risolverà la maggior parte dei problemi di Israele. […]
La via della pace è preferibile alla via della guerra. Ve lo dice uno che è stato un militare per 27 anni.»

Pochi minuti dopo, Rabin veniva assassinato da un estremista della destra israeliana. Con lui svanivano tante speranze di pace. Alle poche rimaste ci pensa oggi la banda di Netanyahu, ma poiché chi semina odio raccoglie tempesta, lo stato destinato a scomparire sarà proprio Israele, destinato all’isolamento totale, soprattutto quando inizierà il declino di Trump, con le elezioni di medio termine di novembre 2026.

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Non ci resta che attendere, perseguendo ogni forma di boicottaggio contro Israele.

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