Le parole di Bezalel Smotrich, ministro del governo israeliano, non lasciano spazio ad ambiguità. Durante un incontro con il Capo di Stato maggiore Eyal Zamir, lo scontro con i vertici militari ha rivelato il volto più disumano di un politico che qaulcuno definisce ministro di uno stato democratico.
«Vi abbiamo ordinato un’operazione rapida. Secondo me, potete assediarli. Chi non evacua, non lasciate che se ne vada. Senza acqua, senza elettricità, può morire di fame o arrendersi. Questo è ciò che vogliamo e voi siete in grado di farlo», ha dichiarato Smotrich.
Sono parole che non appartengono al vocabolario di un rappresentante di un Paese che dice di richiamarsi alla democrazia, ma al linguaggio della crudeltà e dell’oppressione. Evocare la fame, la sete e la privazione come strumenti deliberati di guerra contro civili, significa spingersi oltre i confini dell’umano, collocandosi dalla parte degli aguzzini.
Smotrich, già noto per le sue posizioni estremiste e le sue dichiarazioni incendiarie contro i palestinesi, ha ancora una volta dimostrato di non avere nulla della responsabilità e dell’equilibrio che dovrebbe caratterizzare un ministro. Invece di garantire sicurezza e futuro a entrambe le popolazioni, predica l’assedio, la sofferenza e la morte.
Non si può invocare la democrazia mentre si nega l’essenza stessa dei diritti umani. Non si può sedere a un governo che pretende di dialogare con il mondo civile e, allo stesso tempo, esigere la fame e la sete come armi.
Smotrich si conferma un politico indegno, un aguzzino che tradisce la stessa idea di convivenza civile. Chi invoca la morte per fame di civili non merita di essere ascoltato come ministro, ma denunciato come esempio lampante di disumanità elevata a programma politico.
