Trump usa la sicurezza come arma politica: la Guardia nazionale contro città democratiche e opposizione
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Trump usa la sicurezza come arma politica: la Guardia nazionale contro città democratiche e opposizione

La pianificazione per l’invio di truppe della Guardia nazionale a Chicago è in corso, ha confermato domenica un funzionario del Pentagono ad ABC News.

Trump usa la sicurezza come arma politica: la Guardia nazionale contro città democratiche e opposizione
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25 Agosto 2025 - 11.47


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La pianificazione per l’invio di truppe della Guardia nazionale a Chicago è in corso, ha confermato domenica un funzionario del Pentagono ad ABC News.

«Non speculeremo su ulteriori operazioni. Il Dipartimento della Difesa è un’organizzazione che pianifica e lavora costantemente con altre agenzie per proteggere beni e personale federale», ha dichiarato il funzionario.

Poche ore prima, il capogruppo democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, aveva accusato Donald Trump di aver “fabbricato una crisi” per giustificare l’invio di truppe federalizzate a Chicago, scavalcando le autorità locali. Intervenendo su CNN, Jeffries ha detto che il presidente sta “giocando con la vita degli americani” attraverso un uso senza precedenti dell’esercito sul territorio nazionale.

Il sindaco di Chicago, Brandon Johnson, ha definito il progetto «la più flagrante violazione della nostra Costituzione nel XXI secolo».

Venerdì sera, fonti del Pentagono avevano già confermato a Fox News che fino a 1.700 membri della Guardia nazionale, provenienti in gran parte da stati repubblicani, erano pronti a mobilitarsi per sostenere la stretta anti-immigrazione di Trump, fornendo supporto logistico e amministrativo all’agenzia federale Ice.

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Jeffries ha ribadito il sostegno al governatore democratico dell’Illinois, JB Pritzker, che ha accusato Trump di “abuso di potere” e di voler distogliere l’attenzione dalle difficoltà che le sue politiche stanno creando alle famiglie americane.

La Guardia nazionale è normalmente sotto il controllo dei governatori statali e viene federalizzata soltanto in caso di emergenza nazionale, su richiesta di questi ultimi. «Non possiamo permettere a Donald Trump di inventarsi una crisi e mandare truppe a Chicago senza alcuna base legale», ha insistito Jeffries.

Secondo il Washington Post, la Casa Bianca starebbe lavorando a un piano per inviare truppe nella terza città degli Stati Uniti – a larga maggioranza democratica – con il pretesto di contrastare criminalità, senzatetto e immigrazione.

Pritzker, sabato sera, ha sottolineato che lo Stato dell’Illinois non ha ricevuto alcuna richiesta di supporto dal governo federale e non ha mai chiesto un intervento.

Trump, parlando alla stampa nello Studio Ovale, ha sostenuto che «la gente di Chicago ci implora di venire», annunciando che i soldati sarebbero stati mandati lì per primi, per poi intervenire anche a New York. «Chicago è un disastro», ha detto.

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Il sindaco Johnson ha ribattuto ricordando che nell’ultimo anno le sparatorie sono diminuite di quasi il 40%, definendo illegale qualsiasi tentativo della Casa Bianca di scavalcare le autorità locali.

In giugno, la California aveva già fatto causa al governo federale per l’invio della Guardia nazionale e dei Marines a Los Angeles durante le proteste contro i raid dell’Ice, ma i giudici non avevano bloccato le truppe.

Non è un caso, hanno osservato diversi critici, che le città prese di mira da Trump siano in maggioranza governate da sindaci afroamericani e abbiano un forte elettorato democratico: Washington, Chicago, New York, Baltimora, Los Angeles e Oakland.

Rahm Emanuel, ex sindaco di Chicago e già capo di gabinetto di Barack Obama, ha fatto notare come nei due mandati di Trump l’impiego dell’esercito sia avvenuto solo in città americane, mai all’estero. «Se fossi ancora sindaco», ha detto, «chiederei al presidente di collaborare sulla sicurezza pubblica, non di trattarci come una città occupata».

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Secondo Emanuel, l’agenda di Trump riflette più l’odio politico verso i democratici che reali preoccupazioni per la sicurezza: «Ha detto chiaramente di odiare i democratici, e questo ne è solo un riflesso».

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