Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che rimuoverà immediatamente la funzionaria della Federal Reserve Lisa Cook dal suo incarico, in una mossa che segna un’escalation senza precedenti nel suo scontro con la banca centrale americana.
Trump ha dichiarato che esistono “motivi sufficienti” per ritenere che Cook abbia fornito false dichiarazioni su alcuni contratti ipotecari e ha rivendicato poteri costituzionali che, a suo dire, gli consentirebbero di destituirla.
Cook ha replicato affermando che il presidente non ha alcuna autorità per licenziarla e che non intende dimettersi.
Si tratta di un atto senza precedenti: mai un presidente aveva rimosso un membro della leadership della Federal Reserve. La decisione arriva mentre Trump continua a esercitare forti pressioni sulla banca centrale – in particolare sul suo presidente Jerome Powell – accusata di non voler ridurre i tassi di interesse con la rapidità da lui auspicata.
Cook è uno dei sette membri del Consiglio dei governatori della Federal Reserve e, in questa veste, fa parte del comitato di dodici persone responsabile della definizione dei tassi di interesse negli Stati Uniti.
Il presidente nomina i candidati a questo incarico: rimuovere Lisa Cook significherebbe quindi poterla sostituire con una figura più favorevole a una politica di tassi bassi e alla linea economica di Donald Trump.
Le decisioni della Fed influenzano direttamente il costo del denaro per i cittadini americani e i rendimenti dei loro risparmi bancari. Inoltre, i tassi statunitensi sono osservati con grande attenzione dalle altre banche centrali, che impostano le proprie politiche monetarie in base anche alle mosse di Washington.
All’ultima riunione di fine luglio, Cook ha votato insieme al presidente Jerome Powell e alla maggioranza del comitato per mantenere invariati i tassi. Nominata nel 2022 da Joe Biden, suo predecessore alla Casa Bianca, Cook è la prima donna afroamericana a far parte del board della Fed.
La decisione di Trump di rimuoverla solleva numerosi interrogativi legali: diversi esperti sostengono che la Casa Bianca dovrebbe dimostrare – probabilmente davanti a un tribunale – di avere motivi validi per licenziarla. Lo scontro del presidente con Cook e con Powell, che a sua volta Trump ha minacciato di voler cacciare perché non riduce i tassi con la rapidità da lui desiderata, riapre il tema dell’indipendenza della Fed dal potere politico.
Molti economisti ritengono che l’autonomia della banca centrale sia essenziale per garantire decisioni nell’interesse dell’economia generale, senza pressioni di parte.
In una dichiarazione ufficiale, Cook ha replicato: Trump “ha dichiarato di avermi licenziata ‘per giusta causa’, quando in realtà non esiste alcuna causa prevista dalla legge e non ha alcuna autorità per farlo”. Ha aggiunto: “Non mi dimetterò. Continuerò a svolgere i miei compiti per aiutare l’economia americana, come faccio dal 2022”.
Il suo avvocato, Abbe David Lowell, ha affermato: “Prenderemo tutte le misure necessarie per fermare questo tentativo illegale”.
La Federal Reserve non ha ancora commentato l’annuncio di Trump, diffuso lunedì sera tramite la sua piattaforma Truth Social. Nel messaggio, il presidente ha accusato Cook di aver firmato due documenti ipotecari in contrasto tra loro: uno relativo a una proprietà nel Michigan dichiarata come residenza principale e, due settimane dopo, un altro per un’abitazione in Georgia, anch’essa indicata come residenza primaria. “È inconcepibile che non fossi consapevole del primo impegno quando hai sottoscritto il secondo”, ha scritto Trump.
La reazione dei mercati è stata immediata: apertura leggermente negativa delle piazze europee, aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani e, inizialmente, calo del dollaro sui principali cambi internazionali, seguito da un successivo recupero.
“Il punto chiave per i mercati – ha osservato Julia Lee, responsabile della client coverage per FTSE Russell – è se Trump riuscirà a sostituire Cook e in che modo ciò potrebbe rimodellare la composizione della Fed, incidendo sulla percezione di affidabilità degli Stati Uniti come destinazione per gli investimenti”.
La scorsa settimana, Trump aveva già chiesto le dimissioni di Cook, dopo le accuse di frode ipotecaria contenute in una lettera pubblica di Bill Pulte, regolatore del settore finanziario immobiliare e suo alleato politico, indirizzata alla procuratrice generale Pam Bondi. La lettera definiva il caso un “rinvio penale” e sollecitava il Dipartimento di Giustizia ad aprire un’indagine. Non è chiaro se quest’ultima sia stata effettivamente avviata.
In un’intervista alla BBC, Cook aveva spiegato di aver appreso delle accuse solo dai media e che l’origine della vicenda risale a una richiesta di mutuo presentata quattro anni fa, prima della sua nomina in Fed. “Non ho alcuna intenzione di lasciarmi intimidire e dimettermi per via di domande sollevate in un tweet”, ha detto. “Sto raccogliendo le informazioni necessarie per rispondere a qualunque quesito legittimo e fornire i fatti”.
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