Trump fa sul serio per trasformare Gaza in una "Riviera": mega speculazione sul sangue e i diritti dei palestinesi
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Trump fa sul serio per trasformare Gaza in una "Riviera": mega speculazione sul sangue e i diritti dei palestinesi

Un piano postbellico per la Striscia che circola all’interno del governo Trump trasformerebbe Gaza in un’amministrazione fiduciaria statunitense per almeno dieci anni.

Trump fa sul serio per trasformare Gaza in una "Riviera": mega speculazione sul sangue e i diritti dei palestinesi
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1 Settembre 2025 - 10.34


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L’amministrazione Trump e alcuni partner internazionali stanno discutendo proposte che definire scandalose è dire poco: costruire la “Riviera del Medio Oriente” sulle macerie di Gaza, cancellando un popolo e la sua storia. Una delle ipotesi prevedrebbe addirittura il controllo diretto degli Stati Uniti e pagamenti ai palestinesi perché se ne vadano “volontariamente”.

Secondo quanto rivelato dal Washington Post, un piano postbellico per la Striscia che circola all’interno del governo Trump trasformerebbe Gaza in un’amministrazione fiduciaria statunitense per almeno dieci anni, mentre verrebbe convertita in un lussuoso resort turistico e in un polo manifatturiero e tecnologico. Un progetto che suona come un affronto alle vittime, un insulto a chi oggi vive tra le macerie.

I calcoli inclusi nel piano parlano di un ritorno quasi quadruplo su un investimento di 100 miliardi di dollari dopo dieci anni, con flussi di entrate “autogenerati” continui. Il prospetto di 38 pagine visionato dal quotidiano prevede almeno un trasferimento temporaneo di tutti gli oltre 2 milioni di abitanti di Gaza, attraverso quelle che definisce partenze “volontarie” verso altri Paesi o in aree “protette” all’interno dell’enclave durante la ricostruzione.

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A coloro che possiedono un terreno, il trust offrirebbe un “gettone” digitale in cambio del diritto di riqualificare la propria proprietà, da utilizzare per finanziare una nuova vita altrove o eventualmente riscattare per un appartamento in una delle sei-otto nuove “città intelligenti alimentate dall’intelligenza artificiale” che saranno costruite a Gaza. Ogni palestinese che sceglie di andarsene riceverebbe un pagamento in contanti di 5.000 dollari e sussidi per coprire quattro anni di affitto altrove, oltre a un anno di cibo.

Il piano stima che ogni partenza “volontaria” da Gaza farebbe risparmiare al trust 23mila dollari, rispetto al costo degli alloggi temporanei e dei servizi di “supporto vitale” nelle zone sicure per chi rimane. È evidente che dietro questa presunta generosità si cela un progetto di svuotamento etnico, mascherato da opportunità economica.

La proposta, denominata Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Transformation Trust (Great Trust), è stata sviluppata da alcuni degli stessi israeliani che hanno creato la Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Usa e Israele, oggi attiva nella distribuzione di cibo nell’enclave. La pianificazione finanziaria è stata curata da un team legato al Boston Consulting Group.

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Non è chiaro se il Great Trust sia esattamente il progetto che Trump ha discusso nel recente incontro alla Casa Bianca, cui hanno preso parte anche il segretario di Stato Marco Rubio, l’inviato speciale Steve Witkoff, l’ex premier britannico Tony Blair e Jared Kushner. Ma i suoi elementi principali, precisano le fonti, sono stati pensati per dare corpo alla visione del presidente di una “Riviera del Medio Oriente”.

Un’idea che non solo appare irrealistica, ma soprattutto rappresenta una vergogna e un affronto: cacciare un intero popolo per costruire resort di lusso sopra un cimitero.

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