Il cosiddetto piano di Trump per Gaza è immorale, perché riduce un popolo alla condizione di merce di scambio: 5.000 dollari e un pacco viveri in cambio della propria terra, della propria casa, dei propri affetti. È la logica cinica della deportazione mascherata da “aiuto umanitario”.
Se davvero Trump crede in questa formula, gli si potrebbe proporre di applicarla a sé stesso: 5.000 dollari, un anno di cibo e un tetto provvisorio altrove, a patto che lasci la Casa Bianca e vada a vivere in Libia, nel Sud Sudan o nel deserto della Sonora. Solo così potrebbe capire, sulla sua pelle, che cosa significa essere sradicato, privato di ogni legame e costretto a sopravvivere come reietto.
Trump non capirebbe forse il valore degli affetti — non è chiaro se ne sia capace — ma almeno si confrontarebbe con l’umiliazione e la brutalità che ora pretende di imporre ad altri. Un leader che propone simili piani non porta soluzioni, ma infamia.
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