Durante la visita in Vaticano del presidente israeliano Isaac Herzog, Papa Leone ha denunciato la drammatica situazione a Gaza, sottolineando la sofferenza di milioni di civili intrappolati sotto il blocco e i bombardamenti. Il Pontefice ha ribadito con forza l’urgenza di “una pronta ripresa dei negoziati affinché si possa ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, raggiungere con urgenza un cessate il fuoco permanente, facilitare l’ingresso sicuro degli aiuti umanitari nelle zone più colpite e garantire il pieno rispetto del diritto umanitario, come pure le legittime aspirazioni dei due popoli”.
Papa Leone ha inoltre ricordato la posizione della Santa Sede a favore della soluzione dei due Stati, definendola “l’unica via d’uscita dalla guerra in corso” e sottolineando la necessità di garantire un futuro di pace e dignità al popolo palestinese, martoriato da anni di violenze e privazioni.
Dall’altro lato, le dichiarazioni di Herzog, pur promettendo sicurezza per le comunità cristiane e coesistenza dei popoli del Medio Oriente, restano astratte e generiche, senza affrontare i crimini commessi dalle forze israeliane a Gaza, dove bombardamenti e blocco continuano a provocare morti, fame e distruzione. “Israele anela a un giorno in cui i popoli del Medio Oriente, i Figli di Abramo, vivranno insieme in pace”, ha scritto Herzog su X, senza citare le responsabilità dirette del suo governo nella tragedia della popolazione civile palestinese.
Il discorso del Papa emerge dunque come un monito chiaro e coraggioso, che richiama il rispetto del diritto internazionale e denuncia le sofferenze inflitte da anni di guerra e occupazione, mentre la retorica israeliana resta distante dalla realtà dei crimini in corso.
