Trump alza la voce con tutti: alleati, rivali, partner economici. Minaccia, attacca e fa la voce grossa, ma davanti a Vladimir Putin tace. Non c’è fermezza, non c’è condanna, solo deferenza.
Lo dimostra una volta di più la sua reazione all’incursione dei droni russi nello spazio aereo polacco: “Perché la Russia viola lo spazio aereo polacco con i droni? Eccoci qui!”. Una frase laconica, quasi da commento a margine, mentre la Russia agisce indisturbata. La Polonia reagisce, abbattendo i droni con l’aiuto della Nato, ma Trump resta neutrale.
Questa doppia faccia è evidente: aggressivo con tutti, indulgente con Putin. La Russia sfrutta questa subalternità sistematica per violare confini e legittimare provocazioni. Ogni gesto ostile di Mosca diventa più facile, ogni alleato americano si sente lasciato solo. Trump costruisce un’illusione di forza verso il mondo, ma permette a Mosca di scrivere le regole senza timore. È la politica estera della selettività: tutti sotto pressione, tranne chi davvero minaccia l’ordine globale. Il motico? Lo dirà la storia se nè sotto ricatto o se ha in mente con il Cremlino qualche affare a scapito dei popoli e del diritto internazionale.
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