Il Qatar: Netanyahu ha ucciso ogni speranza per gli ostaggi dopo l’attacco a Doha

Il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani, ha accusato Benjamin Netanyahu di aver “ucciso ogni speranza” per la liberazione degli ostaggi ancora a Gaza

Il Qatar: Netanyahu ha ucciso ogni speranza per gli ostaggi dopo l’attacco a Doha
Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani ministro degli esteri del Qatar
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11 Settembre 2025 - 13.24


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Il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani, ha accusato Benjamin Netanyahu di aver “ucciso ogni speranza” per la liberazione degli ostaggi ancora a Gaza, dopo il raid israeliano che martedì ha colpito un gruppo di negoziatori di Hamas a Doha.

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In un’intervista alla CNN, al-Thani ha definito l’attacco “un atto di terrorismo di Stato”. L’operazione, condotta in piena capitale qatariota, ha provocato la morte di sei membri di Hamas impegnati in colloqui per una tregua mediata da Stati Uniti e paesi del Golfo.

“Netanyahu deve essere chiamato a rispondere davanti alla giustizia”, ha detto il premier del Qatar, denunciando che l’attacco ha vanificato gli sforzi diplomatici del suo Paese.

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Di fronte alle critiche internazionali, compresa quella della Casa Bianca che ha parlato di “bombardamento unilaterale” contrario agli obiettivi di Israele e USA, il premier israeliano ha reagito con durezza. In un video messaggio, Netanyahu ha accusato il Qatar di “proteggere terroristi” e ha avvertito che Israele continuerà a colpire in futuro: “A tutti i Paesi che li ospitano dico: o li espellete o li consegnate alla giustizia. Se non lo fate, lo faremo noi”.

Al-Thani ha affermato che il suo governo rivaluterà il ruolo di mediatore nel conflitto: “Ero con una delle famiglie degli ostaggi la mattina stessa dell’attacco. Riponevano tutta la loro speranza in questa mediazione. Netanyahu ha appena ucciso quell’ultima speranza”.

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ribadito che “il lungo braccio” di Israele colpirà i suoi nemici ovunque si trovino, mentre l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter, ha assicurato che “se i leader di Hamas non sono stati eliminati questa volta, lo saranno la prossima”.

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L’attacco ha suscitato proteste internazionali: il premier britannico Keir Starmer ha denunciato la violazione della sovranità del Qatar, accusando Israele di ostacolare ogni possibilità di pace. Condanne sono arrivate anche da Russia, Cina e leader regionali, che hanno espresso solidarietà a Doha.

Nel frattempo Israele ha esteso le operazioni militari in Yemen, colpendo obiettivi nella capitale Sana’a, tra cui il ministero della Difesa e basi dei ribelli Houthi, alleati dell’Iran.

In Israele, le famiglie degli ostaggi hanno reagito con crescente ansia: “Perché il primo ministro insiste a distruggere ogni minima possibilità di accordo? Il popolo d’Israele è stanco di questa guerra. Basta, riportate a casa tutti”, ha detto Einav Zangauker, madre di un giovane rapito dal suo kibbutz.

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Il conflitto, iniziato con l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che causò 1.200 vittime e il rapimento di 250 persone, prosegue da quasi due anni. Oggi restano a Gaza 48 ostaggi, meno della metà dei quali presumibilmente in vita. L’offensiva israeliana ha provocato oltre 64.000 morti palestinesi e ridotto gran parte della Striscia in macerie.

Secondo analisti, il raid di Doha rappresenta un colpo diretto al cuore della mediazione regionale. “Mostra l’incapacità di Washington di imporre una linea basata sulla negoziazione”, ha commentato Andreas Krieg del King’s College di Londra.

Hamas ha ribadito la disponibilità a liberare tutti gli ostaggi in cambio della fine della guerra e del ritiro israeliano da Gaza, mentre Netanyahu insiste su un accordo complessivo che includa la resa delle armi e l’esilio dei leader del movimento islamista.

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