Brasile, Bolsonaro condannato a 27 anni di carcere per il tentato colpo di stato
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Brasile, Bolsonaro condannato a 27 anni di carcere per il tentato colpo di stato

L’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro è stato condannato a oltre 27 anni di prigione per aver pianificato un colpo di stato e per aver cercato di “annientare” la democrazia brasiliana.

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12 Settembre 2025 - 10.30


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L’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro è stato condannato a oltre 27 anni di prigione per aver pianificato un colpo di stato e per aver cercato di “annientare” la democrazia brasiliana.

Giovedì, le giudici Cármen Lúcia Antunes Rocha e Cristiano Zanin hanno stabilito che Bolsonaro – ex paracadutista eletto presidente nel 2018 – era colpevole di aver tentato di restare al potere con la forza dopo la sconfitta elettorale del 2022. Con le loro decisioni, quattro dei cinque magistrati coinvolti nel processo hanno votato per la condanna.

Annunciando la sentenza, il giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes ha accusato Bolsonaro di voler “annientare i pilastri fondamentali dello stato democratico di diritto”, il che avrebbe comportato “il ritorno della dittatura in Brasile”.

Nel suo voto decisivo, Rocha ha parlato di un tentativo di “seminare il seme maligno dell’anti-democrazia”, ma ha celebrato la resistenza delle istituzioni: “La democrazia brasiliana non è stata scossa”, ha affermato, avvertendo però del diffondersi del “virus dell’autoritarismo”.

Martedì altri due giudici, Moraes e Flávio Dino, avevano già dichiarato Bolsonaro colpevole di aver guidato “un’organizzazione criminale” che cercava di riportare il Paese alla dittatura. Secondo Moraes, la cospirazione si è sviluppata tra il luglio 2021 e il gennaio 2023, quando i sostenitori del leader sconfitto assaltarono i palazzi del potere a Brasilia dopo l’insediamento di Luiz Inácio Lula da Silva.

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Unico a votare per l’assoluzione è stato il giudice Luiz Fux, secondo il quale non esistevano prove che Bolsonaro fosse a conoscenza o partecipe di un presunto piano per assassinare Lula e lo stesso Moraes nel 2022. Fux ha definito l’assalto dell’8 gennaio 2023 “un atto barbarico” che aveva causato “danni di proporzioni amazzoniche”, ma ha sostenuto che non vi fossero prove sufficienti per attribuirne la responsabilità diretta a Bolsonaro.

Nonostante ciò, Fux ha votato per condannare due stretti collaboratori dell’ex presidente: l’ex ministro della Difesa, generale Walter Braga Netto, e l’ex aiutante di campo, il colonnello Mauro Cid. Secondo il giudice, i due avrebbero pianificato e finanziato un complotto per assassinare Moraes e generare così il caos necessario a provocare un intervento militare.

La condanna di Bolsonaro ha riguardato anche altri alti funzionari del suo governo: gli ex ministri della Difesa Braga Netto e Paulo Sérgio Nogueira de Oliveira, l’ex ministro della Sicurezza istituzionale Augusto Heleno, l’ex comandante della Marina Almir Garnier Santos, l’ex capo dei servizi segreti Alexandre Ramagem e l’ex ministro della Giustizia Anderson Torres.

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All’esterno della Corte suprema, sostenitori della sinistra hanno festeggiato la storica decisione. Lindbergh Farias, leader del Partito dei Lavoratori alla Camera, ha dichiarato: “Oggi il Brasile dice chiaramente: i colpi di stato sono un crimine!”.

Il musicista Fabiano Leitão, conosciuto come il “trombettista anti-Bolsonaro”, ha celebrato l’evento eseguendo la Marcia funebre di Chopin davanti alla residenza dell’ex presidente, per poi intonare un samba festoso: “È la fine di quest’uomo! La destra estrema è un meccanismo di distruzione: abbatte sanità, scienza, istruzione, cultura. Questa è una vittoria storica”.

La reazione dei familiari e degli alleati non si è fatta attendere. Il figlio Flávio Bolsonaro ha denunciato una persecuzione politica, mentre Donald Trump ha definito la condanna “sorprendente” e paragonata alle sue vicende giudiziarie. Il segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha parlato di “caccia alle streghe” e minacciato ritorsioni contro il Brasile. La risposta di Brasilia è stata ferma: “Minacce come quelle non intimidiranno la nostra democrazia”, ha dichiarato il ministero degli Esteri.

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Bolsonaro, rimasto nella sua residenza di Brasilia sotto stretta sorveglianza della polizia, non si è presentato in aula.

Nonostante la condanna, molti analisti avvertono che il movimento politico dell’ex presidente resta vivo. Alcuni temono che il voto di Fux sull’inesistenza di giurisdizione possa alimentare ricorsi e perfino aprire spiragli per l’annullamento del processo.

La politologa Camila Rocha prevede che i bolsonaristi continueranno a cercare di liberare il loro leader, anche tentando di eleggere nel 2026 un presidente disposto a concedergli la grazia. Altri parlamentari della destra radicale stanno già promuovendo un’amnistia per Bolsonaro e per i responsabili del golpe fallito, sostenendo che servirebbe a pacificare il Paese.

Ma per lo studioso Fabio Victor, autore di un saggio sul ruolo dei militari in politica, un’amnistia rappresenterebbe “un incentivo all’illegalità” e “un grave passo indietro per la democrazia”.

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