Omicidio di Charlie Kirk: indagini incerte ma la destra cavalca il caso
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Omicidio di Charlie Kirk: indagini incerte ma la destra cavalca il caso

Il presunto assassino dell’attivista conservatore Charlie Kirk è stato identificato in Tyler Robinson, 22 anni, originario di Washington, nello Utah.

Omicidio di Charlie Kirk: indagini incerte ma la destra cavalca il caso
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14 Settembre 2025 - 12.48


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L’ assassino dell’attivista conservatore Charlie Kirk è stato identificato in Tyler Robinson, 22 anni, originario di Washington, nello Utah. Ma mentre le autorità non hanno ancora chiarito un movente, la destra americana ha già trasformato la vicenda in terreno di scontro politico.

Robinson, apprendista elettricista al terzo anno di corso presso il Dixie Technical College, è stato arrestato grazie anche alla collaborazione del padre, che avrebbe avuto un ruolo nel consegnarlo alle autorità. Le indagini, tuttavia, non hanno ancora fornito un quadro definito: si parla di legami con una persona transgender, di presunte motivazioni ideologiche, di ipotetici proiettili incisi con simboli legati a comunità trans – un dettaglio poi smentito.

Malgrado l’assenza di prove solide, il governatore repubblicano dello Utah, Spencer Cox, ha dichiarato al Wall Street Journal che Robinson sarebbe stato “profondamente indottrinato da un’ideologia di sinistra”. Un’affermazione che ha alimentato ulteriormente il clima di sospetto, pur senza elementi concreti a sostegno.

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Nelle stesse ore, i principali media conservatori e alcuni esponenti repubblicani hanno rilanciato con forza la vicenda in chiave politica. La deputata Nancy Mace ha invocato il ritorno della pena di morte, salvo poi dichiarare di voler “pregare per un individuo smarrito come Robinson”. Commentatori come Megyn Kelly hanno parlato di “radicalizzazione giovanile” legata al mondo universitario, mentre Donald Trump ha inserito l’episodio nel suo abituale repertorio contro la sinistra, accusata di voler imporre l’agenda transgender e di minacciare i valori americani.

La narrazione si è dunque spostata rapidamente dal fatto di cronaca all’arena politica. La destra radicale ha cercato di collegare l’omicidio a un presunto odio ideologico dei progressisti, mentre i suprematisti bianchi guidati da Nick Fuentes hanno respinto al mittente le voci di un coinvolgimento della propria area, temendo ricadute sull’immagine del movimento.

In realtà, al momento, gli investigatori brancolano nel buio: non c’è un movente confermato, e molte delle indiscrezioni circolate si sono rivelate premature o infondate. Ma l’omicidio di Kirk sta già diventando un nuovo terreno di battaglia culturale negli Stati Uniti, con la destra compatta nel trasformare l’incertezza delle indagini in occasione di propaganda.

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