Donald Trump, commentando l’omicidio dell’attivista di estrema destra Charlie Kirk, ha dichiarato che “il problema che abbiamo è a sinistra”, annunciando che parteciperà alla cerimonia di commemorazione in Arizona. Ma nelle sue parole è emersa la vera intenzione: usare il governo come strumento di repressione contro gli oppositori politici.
Alla domanda se avesse intenzione di indagare i suoi avversari dopo la morte di Kirk, Trump ha risposto che “molte delle persone che tradizionalmente si direbbero di sinistra sono già sotto inchiesta”. Una dichiarazione che ricorda le peggiori dittature, in cui la giustizia diventa un’arma contro gli oppositori.
Il contrasto è stridente: mentre Trump ha concesso il perdono ai golpisti che assaltarono Capitol Hill il 6 gennaio 2021, mentre continua a strizzare l’occhio e a sostenere i gruppi armati dell’estrema destra, ora vuole scatenare la macchina repressiva dello Stato contro chiunque non si pieghi al suo potere.
È il volto nudo di un progetto autoritario che punta a trasformare la democrazia americana in un regime fondato sulla paura, sul ricatto e sull’odio politico.
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