Ma voi le vedete queste immagini? Riuscite a guardarle? E se ci riuscite, non provate orrore, una stretta allo stomaco, almeno un po’ di dispiacere? O nelle vostre bolle siete diventati così insensibili e cinici che vi lasciano indifferenti?
Lo dico a voi americani campioni di democrazia, libertà e diritti che accogliete con tutti gli onori, stringete le mani insanguinate di Netanyahu e andate a pregare con lui al Muro del pianto. Che continuate a garantire a Israele armi, soldi e il vostro “incrollabile sostegno”. Che date al suo governo e al suo esercito aiuto per “finire il lavoro” a Gaza, via libera a occupare anche la Cisgiordania, disco verde a bombardare la qualunque nei paesi dell’area.
Lo dico a voi europei che nei vostri parlamenti e sui media state ancora a litigare e a dividervi sul termine genocidio. A voi della Commissione e del Parlamento europeo che dopo due anni di guerra e duecentomila tra morti e feriti non riuscite nemmeno a trovare un accordo su sanzioni minime contro Israele, al contrario di quello che avete fatto e state facendo con la Russia. A voi populisti, sovranisti e nazionalisti che cercate un nemico al giorno, fate la guerra agli immigrati, prosperate sulla paura, promettete sicurezza e ordine e di comandare a casa vostra, ma non vi accorgete che i peggiori nemici, quelli che vi comandano e vi stanno condannando all’irrilevanza, ce li avete in casa.
Lo dico a voi in Italia che ancora state a parlare di “reazioni proporzionate” all’attacco di Hamas del 7 ottobre, a cianciare di “due popoli e due stati” quando uno dei due si è già mangiato l’altro e non c’è più neanche la terra su cui poter immaginare quello che manca, e continuate a sostenere gli eredi di chi un secolo fa ci ha precipitati nel peggiore degli incubi.
E lo dico anche a tutti noi che di fronte a queste immagini, a un popolo disgraziato e martoriato senza più una terra, un posto sicuro in cui vivere, nemmeno una via di fuga; di fronte all’altro popolo che da vittima è diventato carnefice, e a tutti noi che osserviamo da lontano la tragedia del secolo, il suicidio della democrazia, delle regole e dei valori in cui siamo cresciuti senza fare sostanzialmente niente, anestetizzati come siamo dal pensiero unico e dalle fake news, schiavi dei social, ma pronti a ironizzare sulla Global Flotilla, su chi prova a fare qualcosa per colmare il vuoto della politica che non c’è più.
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