Il governo portoghese ha annunciato che domenica 21 settembre 2025 riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina. La decisione, resa nota dal ministro degli Esteri Paulo Rangel, segna un passo importante nella politica estera di Lisbona e si inserisce in un più ampio movimento internazionale volto a dare nuovo slancio alla soluzione dei due Stati.
“Non esistono ostacoli a questo riconoscimento, l’atto ufficiale sarà compiuto domenica”, ha dichiarato Rangel, confermando quanto anticipato in precedenza dal governo.
Un fronte europeo in crescita
La scelta del Portogallo non arriva isolata. Proprio in queste settimane, diversi Paesi europei hanno annunciato analoghe intenzioni: Francia, Belgio, Lussemburgo e Malta stanno valutando il riconoscimento, rispondendo a un appello lanciato da Parigi in vista dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Anche altri attori internazionali, come Canada, Australia e Regno Unito, hanno manifestato aperture sul dossier palestinese, creando una dinamica diplomatica che potrebbe ridefinire gli equilibri globali. Come ha osservato El País, il Portogallo sceglie di “schierarsi apertamente con una strategia europea di pressione diplomatica.
Un contesto segnato dalla guerra a Gaza
Il riconoscimento arriva in un momento critico. La guerra a Gaza, con migliaia di vittime civili e un collasso umanitario senza precedenti, ha riacceso il dibattito internazionale sulla necessità di una soluzione politica duratura.
Il Portogallo, finora allineato con la posizione prudente dell’Unione Europea, rompe così gli indugi e si unisce a quei Paesi che vedono nel riconoscimento un passo necessario per rafforzare il ruolo della Palestina nelle sedi internazionali e per creare condizioni di parità nei negoziati futuri.
Secondo l’analisi dell’Atlantic Council, “il riconoscimento non cambia immediatamente la realtà sul terreno, ma ha un forte valore simbolico e diplomatico, aumentando la pressione su Israele e Stati Uniti affinché considerino nuove aperture”.