Un nuovo e significativo passo arriva dal Brasile, che ha deciso di portare Israele davanti alla giustizia internazionale per le atrocità commesse contro i palestinesi. La Corte internazionale di giustizia (CIG) dell’Aia ha confermato che il governo di Brasilia ha presentato il 17 settembre la richiesta formale di adesione alla causa già intentata dal Sudafrica, accusando Israele di genocidio nella Striscia di Gaza.
In una nota, la CIG ha spiegato che l’adesione del Brasile è stata formalizzata sulla base dell’articolo 63 dello Statuto della Corte. Una mossa che segna un passaggio politico e simbolico di enorme rilievo, in un momento in cui Israele continua a condurre bombardamenti e operazioni che hanno già causato migliaia di vittime civili.
Il ministero degli Esteri palestinese ha salutato la decisione sottolineando che questo passo esprime chiaramente “l’impegno del Brasile nei confronti dei principi del diritto internazionale e il suo sostegno alla giustizia e ai legittimi diritti del popolo palestinese”.
La notizia è stata rilanciata con enfasi dall’agenzia palestinese Wafa, che ha definito la scelta di Brasilia “un’importante aggiunta agli sforzi internazionali volti a porre fine all’impunità e a chiamare Israele a rispondere dei suoi crimini”.
Il governo palestinese ha ribadito che si tratta di “una sincera espressione della posizione di principio del Brasile a sostegno del diritto internazionale e del suo sostegno alla giustizia e ai legittimi diritti del popolo palestinese”. Le autorità palestinesi hanno inoltre esortato “tutti i paesi del mondo a seguire l’esempio del Brasile e del Sudafrica e ad assumersi le proprie responsabilità legali e morali per proteggere il popolo palestinese e porre fine ai crimini di genocidio contro di esso”.
Il riferimento è alla causa avviata dal Sudafrica il 29 dicembre 2023, che ha accusato Israele di aver compiuto “atti di genocidio” a Gaza. Documenti depositati alla Corte hanno descritto l’uccisione sistematica di migliaia di palestinesi e la creazione di condizioni “propizie alla loro distruzione fisica”.
Il 26 gennaio, la Corte internazionale ha imposto a Israele di adottare misure immediate per prevenire altri crimini previsti dalla Convenzione sul genocidio e di garantire la soddisfazione dei bisogni umanitari urgenti nella Striscia. Nonostante ciò, Tel Aviv ha continuato a ignorare gli ordini della giustizia internazionale, proseguendo con una guerra che la comunità internazionale considera sempre più insostenibile.
Con la decisione del Brasile, il fronte internazionale che denuncia la brutalità delle azioni israeliane si rafforza. Cresce la pressione su Tel Aviv, mentre si avvicina il momento in cui la comunità globale dovrà smettere di voltarsi dall’altra parte e riconoscere che a Gaza non si combatte una guerra convenzionale, ma si consuma una tragedia che porta i segni del genocidio.