Il cardinale Dolan si reinventa influencer della destra inseguendo il consenso Maga con l’elogio di Charlie Kirk
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Il cardinale Dolan si reinventa influencer della destra inseguendo il consenso Maga con l’elogio di Charlie Kirk

Timothy Dolan, ha detto che Charlie Kirk è un San Paolo del nostro tempo. Le sue parole hanno presto fatto il giro del mondo, ma è dal cattolicesimo americano che è giunta la presa di distanze più significativa

Il cardinale Dolan si reinventa influencer della destra inseguendo il consenso Maga con l’elogio di Charlie Kirk
Il cardinale di New York, Timothy Dolan
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

22 Settembre 2025 - 20.23


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Una croce di grandezza naturale viene portata dentro lo stadio di Phoenix, per la grande manifestazione cui assiste mezzo governo in memoria di Charlie Kirk, spietatamente assassinato alcuni giorni fa. La croce però ha delle rotelle, per poter essere trasportata con minore fatica. Mi è sembrata diventare  un altro simbolo, quello della commistione tra cristianesimo conservatore e movimento Maga, o se si vuole il Partito Repubblicano di Trump. Poi  sappiamo che il presidente in persona ha definito Charlie Kirk il “più grande evangelista della libertà americana”. Perché proprio “evangelista”? 

Il linguaggio politico molto spesso usa termini presi in prestito da altri linguaggi, ma qui si può dire che la politica tenti di impossessarsi della religione.  Così non sorprende che il dibattito si arroventi nel mondo cristiano, in particolare in quello cattolico, visto che il cardinale di New York, Timothy Dolan, ha detto che Charlie Kirk è un San Paolo del nostro tempo. Le sue parole hanno presto fatto il giro del mondo, ma è dal cattolicesimo americano che è giunta la presa di distanze più significativa. Lo ha fatto il National Catholic Reporter, sito di punta e di orientamento conciliare del cattolicesimo americano. Leggendo scopriamo che lui ha detto di più: ha detto che Kirk «era un missionario, un evangelista, un eroe. È uno di quelli che, secondo me, ha capito cosa intendesse Gesù quando disse: La verità vi renderà liberi». 

L’articolo chiarisce subito ciò che è scontato e dovuto, la  condanna con assoluta fermezza dell’omicidio, di tutti gli omicidi politici, e di farlo con assoluta fermezza e così si soggiunge di pregare per Kirk e per la sua famiglia. Ma poi si contesta al cardinal Dolan il paragone con San Paolo, scrivendo: « Non sappiamo se Kirk sia stato ucciso a causa della sua fede. Le prove attualmente disponibili non indicano che il fanatismo religioso sia stato un motivo primario o secondario. La situazione potrebbe cambiare con l’emergere di nuove prove. Qualsiasi riflessione sull’eredità di Kirk non può ignorare il dolore e la sofferenza che Kirk ha inflitto a innumerevoli persone con la sua retorica dura, divisiva e combattiva.

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Abbiamo pubblicato alcune di queste opinioni sul National Catholic Reporter nei giorni scorsi, ma in qualsiasi conversazione sull’eredità di Kirk non possiamo ignorare il suo razzismo, sessismo e xenofobia. Dobbiamo anche parlare dell’atteggiamento di Kirk nei confronti del cattolicesimo. Kirk era ben lungi dall’essere un ammiratore del cattolicesimo, nonostante molti racconti apocrifi sulla sua presunta conversione alla fede. Kirk era un noto critico di Papa Francesco, definendolo marxista e insinuando che fosse un eretico. Kirk ha ripetutamente messo in discussione il ruolo del papa come istituzione e ha rifiutato il primato del papato ancora nel gennaio 2025. “Voglio una Chiesa cattolica migliore. Personalmente non potrei far parte di un’istituzione con un capo che ha una visione del mondo così corrotta e opposta a ciò che penso insegni la Bibbia. E non gli darei il beneficio del dubbio, direi piuttosto: ‘No, in realtà non ne faccio parte’”, ha detto Kirk nell’intervista di gennaio con l’influencer Michael Knowles.

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Un paragone così elogiativo con San Paolo sarebbe straordinario se applicato anche alle persone più sante. Dolan lo sa. I suoi commenti iperbolici  sono solo gli ultimi di una serie di tentativi da parte di influencer conservatori (è triste che sia Dolan che il vescovo Robert Barron rientrino purtroppo in questa categoria) di mascherare alcune delle dichiarazioni e opinioni più sgradevoli di Kirk.

Per i prelati che cercano l’adulazione dei fedeli MAGA, non è sufficiente condannare l’omicidio di Kirk; bisogna elevarlo al martirio celebrando tutte le sue parole e le sue azioni. Per la destra cattolica, a quanto pare, nemmeno questo è sufficiente; Kirk deve essere canonizzato tra i più grandi santi del cattolicesimo.»  

Tensioni fortissime, è evidente, ma che non rischiano di deragliare, come altre. Di questo si occupa  l’articolo che appare sulla rivista dei gesuiti statunitensi, America, che scrive: «Come possiamo resistere all’etica guerriera di Washington e alla violenza politica che si sta riversando nella società civile?

Resistendo alle convinzioni secondo cui la violenza è il modo per contrastare il male e la coercizione è il modo migliore per creare il mondo che desideriamo, convinzioni che affondano le loro radici nella concezione patriarcale del potere come dominio. Vale la pena notare che i movimenti di resistenza non violenta sono molto più efficaci nel contrastare gli sforzi autoritari, ridurre la violenza e garantire una pace duratura. Infatti, sebbene ritenga che le azioni violente sostenute dall’autorità dello Stato possano essere più allarmanti degli atti di violenza casuali, nella Città di Dio di Sant’Agostino possiamo vedere un legame tra i due. Egli chiede: “Se viene meno la giustizia, cosa sono i regni se non grandi bande di briganti?”. Per sostenere la sua tesi, ricorda un episodio che vide protagonisti Alessandro Magno e un pirata. Quando l’imperatore chiede al pirata cosa pensa mentre cerca di dominare il mare, il pirata risponde: “La stessa cosa che pensi tu quando molesti il mondo! Poiché io lo faccio con una piccola nave, vengo chiamato pirata. Tu lo fai con una grande flotta e vieni chiamato imperatore”. Per Agostino, la brama umana di dominio è la radice sia della violenza indipendente che della violenza aggressiva sancita dallo Stato. Oggi i cattolici devono opporsi a entrambe”.

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Più avanti si legge: «Rifiuto la logica secondo cui criticare il governo genera necessariamente violenza contro di esso. Si tratta di manipolazione psicologica, che funge da pretesto ai regimi autoritari per intensificare il militarismo. È fondamentale, tuttavia, che nel denunciare la violenza non demonizziamo coloro alle cui azioni ci opponiamo. Quando pensiamo a noi stessi come a “guerrieri buoni” impegnati in una campagna morale contro i “malvagi altri”, i nostri sforzi finiranno per trasformarsi in dominio. Rafforzare le linee di battaglia è un modo sicuro per perpetuare questi cicli di violenza. Se invece vogliamo trasformarli, dobbiamo abbandonare la mentalità divisiva secondo cui il potere è sinonimo di forza coercitiva e adottare invece un quadro d’azione radicato nell’interconnessione e nella compassione».

Sono osservazioni per me assolutamente condivisibili, ma che rendono bene l’idea: non è un momento facile per gli Stati Uniti d’America.   

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