Trump smentisce se stesso e dice che l'Ucraina potrebbe riconquistare i territori occupati da Putin

Trump ha dichiarato di credere che l’Ucraina possa recuperare tutti i territori persi dall’invasione russa del 2022, in quella che rappresenta una delle prese di posizione più nette a sostegno di Kyiv.

Trump smentisce se stesso e dice che l'Ucraina potrebbe riconquistare i territori occupati da Putin
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24 Settembre 2025 - 11.39


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Una persona che cambia idea a seconda di come si sveglia la mattina, Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di credere che l’Ucraina possa recuperare tutti i territori persi dall’invasione russa del 2022, in quella che rappresenta una delle prese di posizione più nette a sostegno di Kyiv.

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Il presidente ha espresso questo giudizio ottimistico affermando che la Russia si trova in “gravi difficoltà economiche”, in un post pubblicato su Truth Social dopo un incontro a New York con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.

Trump ha scritto: “Dopo aver compreso a fondo la situazione militare ed economica tra Ucraina e Russia e visto i problemi economici che questa guerra sta causando a Mosca, penso che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, sia in grado di combattere e riconquistare l’intero Paese nella sua forma originaria. Con tempo, pazienza e il supporto finanziario dell’Europa e in particolare della Nato, il ritorno ai confini iniziali da cui è cominciata la guerra è un’opzione concreta. Perché no?”.

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Secondo Trump, la Russia combatte “senza una strategia” da tre anni e mezzo, una guerra che “una vera potenza militare avrebbe dovuto vincere in meno di una settimana”. Questo, ha aggiunto, non fa apparire la Russia come una nazione forte, ma come “una tigre di carta”, citando le lunghe code ai distributori di carburante all’interno del Paese. “Putin e la Russia sono in gravi difficoltà economiche, ed è questo il momento in cui l’Ucraina deve agire”. Ha inoltre promesso di “fornire armi alla Nato, perché la Nato possa usarle come meglio ritiene”.

Zelenskyj ha accolto con favore le dichiarazioni di Trump, definendole una “svolta significativa” da parte del presidente statunitense, e ha aggiunto di ritenere che Trump possa persino influenzare la posizione del leader cinese Xi Jinping sulla guerra in Ucraina.

In precedenza, Trump aveva annunciato l’intenzione di far rispettare la sua richiesta che i Paesi Nato interrompano le importazioni di petrolio russo – inclusa l’Ungheria, guidata dal suo alleato Viktor Orbán.

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Nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente statunitense ha rinnovato la richiesta all’Europa di porre fine agli “imbarazzanti” acquisti di petrolio e gas dalla Russia, affermando che finché ciò non avverrà non imporrà le sanzioni economiche più dure promesse contro Mosca. Ha anche sostenuto che i velivoli Nato dovrebbero abbattere eventuali aerei russi che entrino nel loro spazio aereo, pur precisando successivamente che ciò dipenderebbe dalle circostanze.

Accanto a Zelenskyj, definito un “uomo coraggioso”, Trump è stato interpellato anche sul suo rapporto con Vladimir Putin. Alla domanda se si fidasse ancora del presidente russo, ha risposto che lo saprà “tra un mese”.

Intanto, il segretario di Stato americano Marco Rubio si è mostrato più cauto riguardo all’abbattimento di velivoli russi nello spazio aereo Nato, sostenendo che ciò dovrebbe avvenire soltanto “in caso di attacco”.

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Nel suo discorso all’Onu, Trump ha accusato la Cina e l’India di essere i principali finanziatori della guerra, continuando ad acquistare petrolio russo. Ha poi attaccato anche i Paesi Nato che non hanno ancora interrotto in misura significativa gli acquisti di energia da Mosca: “Stanno finanziando la guerra contro se stessi. Chi ha mai sentito una cosa del genere?”. Ha avvertito che, se la Russia non si dirà pronta a un accordo per porre fine al conflitto, gli Stati Uniti sono pronti a imporre una nuova, dura tornata di dazi, a condizione che l’Europa adotti le stesse misure.

Trump non ha specificato quali provvedimenti abbia in mente, ma da tempo rinvia un pacchetto che include tariffe contro i Paesi che continuano a fare affari con Mosca, come India e Cina. Ha già imposto dazi del 50% sull’India, ma è anche impegnato in trattative che potrebbero portare a un allentamento.

Riguardo a Orbán, Trump ha detto: “È un mio amico. Non ne ho ancora parlato con lui [delle importazioni di petrolio russo], ma ho la sensazione che, se lo facessi, potrebbe fermarle. E credo che lo farò”.

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L’Unione Europea, nel frattempo, sta cercando di anticipare al 2026 – con un anno di anticipo – la fine delle importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia. Bruxelles si oppone però a sanzioni generalizzate contro India e Cina, valutando invece misure più mirate contro le raffinerie di quei Paesi che rielaborano petrolio russo.

Il nuovo pacchetto di sanzioni UE, il diciannovesimo, prevede inoltre controlli sulle esportazioni verso altre 45 aziende accusate di favorire l’evasione delle restrizioni, tra cui 12 cinesi, due thailandesi e tre indiane.

Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha dichiarato che il suo Paese non può rinunciare alle forniture energetiche russe: “Non possiamo garantire la sicurezza dell’approvvigionamento senza petrolio e gas dalla Russia”. Ha aggiunto che, pur comprendendo la posizione di Trump, “le forniture energetiche restano per noi una questione fisica: possiamo acquistare solo da dove abbiamo infrastrutture. Ed è evidente che senza quelle russe, non potremmo assicurarci energia in modo sicuro”.

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L’Ungheria dipende dal gasdotto TurkStream e dall’oleodotto Druzhba per ricevere energia dalla Russia. Anche la Slovacchia, unico altro Paese dell’Ue a importare ancora petrolio russo, ha dichiarato di essere pronta a diversificare le fonti, purché vengano garantite vie alternative e capacità di trasmissione adeguate.

Ungheria e Slovacchia restano così i due Paesi europei che più spesso hanno chiesto di ridurre il sostegno a Kyiv.

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