In Russia l'internazionale nera dei paladini anti-globalisti commemora Kirk con il placet del Cremlino
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In Russia l'internazionale nera dei paladini anti-globalisti commemora Kirk con il placet del Cremlino

A San Pietroburgo si è riunita quella che può essere definita una nuova “internazionale nera” dell’estrema destra mondiale, con la benedizione di figure vicine al Cremlino.

In Russia l'internazionale nera dei paladini anti-globalisti commemora Kirk con il placet del Cremlino
Estremisti di destra, fascisti e nazionalisti a San Pietroburgo
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26 Settembre 2025 - 15.29


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A San Pietroburgo si è riunita quella che può essere definita una nuova “internazionale nera” dell’estrema destra mondiale, con la benedizione di figure vicine al Cremlino. Nel salone del Palazzo Mariinsky, sede delle riunioni dell’assemblea legislativa della città, si è svolto un incontro che ha visto la partecipazione di oltre cinquanta delegati di movimenti ultranazionalisti e organizzazioni di destra radicale provenienti da tre continenti.

L’appuntamento, promosso dall’oligarca ortodosso Konstantin Malofeev, fondatore del canale televisivo Tsargrad, è stato presentato come la conferenza di fondazione della “Lega internazionale dei paladini anti-globalisti”: un nome che non lascia dubbi sulla missione dichiarata, ovvero opporsi a quello che viene definito l’ordine globale liberal-occidentale, in difesa dei “valori cristiani” e delle “identità nazionali minacciate”.

Tra i protagonisti c’erano il filosofo ultraconservatore Alexander Dugin, il sacerdote Vladislav Malyshev e Konstantin Chebykin, deputato di Russia Unita. Le cronache riportano la partecipazione anche di delegati stranieri, in rappresentanza di organizzazioni che si rifanno esplicitamente a tradizioni fasciste e nazionalsocialiste: dalla Falange spagnola alle sigle di estrema destra latinoamericane come l’UNR messicana, fino a gruppi europei accomunati dalla retorica del sovranismo integrale. In alcuni casi sono intervenuti in collegamento video ideologi noti come Alain de Benoist, Alain Soral e persino Alexander von Bismarck, discendente del cancelliere tedesco.

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Il convegno ha assunto fin da subito un tono religioso e politico insieme: l’apertura con una preghiera e un minuto di silenzio in onore di Charlie Kirk, attivista conservatore americano ucciso di recente e trasformato dalla propaganda russa in “martire” del tradizionalismo, seguita dalla processione lungo la Prospettiva Nevskij per la traslazione delle reliquie di Alexander Nevsky, con bandiere imperiali e icone portate a braccetto da sacerdoti, funzionari locali, veterani della guerra in Ucraina e militanti dell’estrema destra filogovernativa “Comunità russa”.

Nelle dichiarazioni ufficiali Malofeev ha parlato di un “piano d’azione comune” per organizzare nei rispettivi Paesi manifestazioni pubbliche contro quella che i documenti del congresso definiscono “la propaganda satanica, misantropa, transumanista e LGBTQ”, accusata di minare le basi della civiltà. Il lessico apocalittico e la costruzione di un nemico globale – il cosiddetto “Canaan e Sodoma internazionali” – diventano così gli strumenti con cui creare un fronte comune tra realtà politiche e culturali spesso marginali, ma ora legittimate dal patrocinio russo.

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L’antiglobalismo, agitato come parola d’ordine, non è quindi soltanto la denuncia di un sistema economico ingiusto, ma la cifra ideologica che consente di saldare estremisti di Paesi diversi sotto un’unica narrativa: combattere le istituzioni sovranazionali, rifiutare i diritti civili, opporsi all’Unione europea, mettere in discussione la democrazia liberale. Una piattaforma che il Cremlino può sfruttare sia per delegittimare l’Occidente all’interno sia per coltivare alleanze transnazionali nel solco di una “internazionale nera” che a San Pietroburgo ha trovato un palcoscenico e un laboratorio.

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