La Knesset ha dato un primo via libera a un disegno di legge che introdurrebbe la pena di morte obbligatoria per i condannati per omicidio considerati atti di “terrorismo”. La proposta è stata approvata dalla Commissione per la Sicurezza nazionale del parlamento israeliano, secondo quanto riportano i media locali.
Il testo prevede che la condanna capitale venga applicata a chi sia riconosciuto colpevole di omicidio “motivato da razzismo o ostilità verso il pubblico, e compiuto con l’obiettivo di danneggiare lo Stato di Israele e la rinascita del popolo ebraico nella sua terra”.
A sostenere con forza la misura è il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, esponente dell’estrema destra, che l’ha presentata come uno strumento di “deterrenza”. Secondo Ben-Gvir, la legge invierebbe un messaggio diretto ad Hamas: “C’è un prezzo da pagare per ciò che hanno fatto”.
Durissima la reazione palestinese. La Società dei Prigionieri Palestinesi ha denunciato che Israele cerca di “dare copertura legale a un crimine che pratica da decenni attraverso gli abusi sistematici contro i detenuti palestinesi”. In una nota, l’organizzazione ha ricordato che il diritto internazionale condanna la pena di morte e ha accusato Israele di comportarsi “come se fosse al di sopra della legge e al riparo da ogni responsabilità”.
Se approvata in via definitiva, la norma segnerebbe una svolta radicale nel sistema giuridico israeliano, finora refrattario alla pena capitale: dal 1948 a oggi l’unica esecuzione ufficiale resta quella del gerarca nazista Adolf Eichmann, nel 1962.