La Moldavia conferma la maggioranza pro-Europa: Sandu rafforza la spinta verso l’Ue
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La Moldavia conferma la maggioranza pro-Europa: Sandu rafforza la spinta verso l’Ue

Il partito di governo filoeuropeo della Moldavia ha mantenuto la maggioranza parlamentare nelle elezioni di domenica, consolidando il percorso del Paese di 2,4 milioni di abitanti verso l’Unione Europea e allontanandolo dall’influenza di Mosca.

La Moldavia conferma la maggioranza pro-Europa: Sandu rafforza la spinta verso l’Ue
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29 Settembre 2025 - 12.58


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Il partito di governo filoeuropeo della Moldavia ha mantenuto la maggioranza parlamentare nelle elezioni di domenica, consolidando il percorso del Paese di 2,4 milioni di abitanti verso l’Unione Europea e allontanandolo dall’influenza di Mosca.

Con oltre il 99,9% delle schede scrutinate, il Partito Azione e Solidarietà (PAS) della presidente Maia Sandu ha ottenuto il 50,03% dei voti, conquistando 55 seggi su 101. L’alleanza filorussa guidata dall’ex presidente Igor Dodon si è fermata al 24,26%, secondo i dati ufficiali diffusi dalla Commissione elettorale.

Il risultato supera le previsioni dei sondaggi, che davano il PAS in calo e a rischio di perdere la maggioranza. Una prospettiva che avrebbe limitato la capacità di Sandu di portare avanti l’obiettivo di adesione all’UE entro un decennio.

La vittoria rappresenta un successo politico cruciale per la presidente, che ha fatto del percorso europeo il pilastro del suo mandato, accusando la Russia di aver messo in campo pressioni e interferenze senza precedenti per influenzare il voto.

In Moldavia il potere è condiviso tra il presidente, eletto direttamente, e il primo ministro nominato dal parlamento. Igor Grosu, leader del PAS e stretto alleato di Sandu, è atteso alla guida del governo.

Il risultato è stato accolto con sollievo a Bruxelles e nelle capitali europee, timorose che Mosca potesse riconquistare influenza in una regione strategica. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha scritto: «Moldova, l’hai fatto di nuovo. Nessun tentativo di seminare paura o divisione ha spezzato la tua determinazione. Hai scelto l’Europa, la democrazia, la libertà. La nostra porta è aperta e saremo con voi in ogni passo».

Anche Emmanuel Macron ha espresso sostegno: «Nonostante interferenze e pressioni, la scelta del popolo moldavo si è affermata con forza. La Francia è al fianco della Moldavia nel suo progetto europeo».

La campagna elettorale è stata segnata dalle accuse di interferenze russe: le autorità moldave sostengono che Mosca abbia finanziato partiti filorussi con ingenti somme di denaro, messo in atto schemi di compravendita di voti e campagne di propaganda anti-occidentali. Due formazioni filo-Cremlino sono state escluse dal voto per irregolarità nei finanziamenti, decisione che ha provocato proteste dell’opposizione e critiche da parte di Mosca.

La giornata elettorale è stata turbolenta, con segnalazioni di cyber-attacchi ai sistemi di voto e falsi allarmi bomba nei seggi all’estero. Le autorità hanno denunciato tentativi di intimidire l’ampia diaspora moldava in Europa e negli Stati Uniti, tradizionalmente orientata verso l’UE.

Il Cremlino ha accusato Chișinău di ostacolare i cittadini moldavi residenti in Russia, allestendo soltanto tre seggi elettorali sul territorio russo contro un numero molto più ampio in Europa e negli Stati Uniti.

Dodon, leader del “Blocco Patriottico” e principale oppositore di Sandu, ha contestato i risultati denunciando presunti brogli e ha convocato per il 29 settembre una protesta pacifica davanti al parlamento.

Secondo fonti di intelligence occidentali, negli ultimi mesi Mosca avrebbe fatto della Moldavia la sua priorità estera subito dopo l’Ucraina, riorganizzando la squadra incaricata del dossier per seguire una strategia più aggressiva.

Dall’indipendenza del 1991, la Moldavia oscilla tra il legame con Mosca e l’attrazione dell’Europa. Maia Sandu, ex funzionaria della Banca Mondiale, è stata eletta presidente nel 2020 grazie alla sua agenda anti-corruzione. Nell’ottobre scorso un referendum ha sancito la prospettiva europea come obiettivo costituzionale, mentre Sandu è stata rieletta per un secondo mandato.

La presidente dovrà ora affrontare il tallone d’Achille del suo governo: l’economia. L’inflazione resta alta, la crescita modesta e l’emigrazione continua. I suoi sostenitori sostengono che gran parte di queste difficoltà derivi da fattori esterni, in particolare dalla guerra in Ucraina, che ha sconvolto i commerci, provocato una crisi energetica e costretto la Moldavia ad accogliere decine di migliaia di profughi.

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