Domani, 1° ottobre, in ogni angolo della Russia avrà luogo una prova dei sistemi di allerta pubblica utilizzati in caso di minaccia o di attacco nemico.
Sirene e altoparlanti entreranno in funzione, mentre canali televisivi e radiofonici pubblici interromperanno la programmazione per diffondere i messaggi di emergenza. Le informazioni saranno disponibili anche sull’app del Ministero delle Situazioni di Emergenza della Russia.
Le autorità governative hanno chiesto ai cittadini di “mantenere la calma e non farsi prendere dal panico”, invitando a sintonizzarsi su tv o radio per ascoltare i messaggi ufficiali.
Controlli simili vengono effettuati regolarmente: l’ultima volta le sirene sono state azionate a marzo. Ma, al di là della routine, esercitazioni come quella programmata hanno un forte valore propagandistico. Servono a rafforzare la narrazione del Cremlino, che si dice sotto assedio dell’Occidente e tenta di capovolgere la realtà storica, presentando Putin come difensore minacciato e non come aggressore.
La propaganda resta l’arma primaria del Cremlino. Proprio oggi i Servizi di Mosca hanno diffuso la notizia di una presunta provocazione ucraina in Polonia, allo scopo di alzare il livello dello scontro e coinvolgere direttamente la Nato.
Si tratta di una soffiata confezionata a tavolino, ma non priva di rischi. Perché, a questo punto, una provocazione in Polonia potrebbe davvero arrivare — solo che la mano potrebbe non essere quella ucraina.