Trump si autonomina capo del governo provvisorio di Gaza nel piano di pace con Netanyahu che minaccia Hamas

Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno lanciato un ultimatum a Hamas, avvertendo il gruppo armato di accettare il loro piano di pace in 20 punti per Gaza o affrontarne le conseguenze.

Trump si autonomina capo del governo provvisorio di Gaza nel piano di pace con Netanyahu che minaccia Hamas
Netanyahu e Trump
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30 Settembre 2025 - 00.01


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Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno lanciato un ultimatum a Hamas, avvertendo il gruppo armato di accettare il loro piano di pace in 20 punti per Gaza o affrontarne le conseguenze.

I due leader si sono incontrati lunedì alla Casa Bianca a Washington e poi hanno tenuto una conferenza stampa congiunta in cui hanno definito la loro proposta una svolta storica e un nuovo capitolo per il Medio Oriente.

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Tuttavia, era chiaro che Hamas non era stato consultato e la sua posizione sui termini restava incerta. Mahmoud Mardawi, un funzionario del gruppo, ha dichiarato – secondo quanto riportato da Reuters – che Hamas non aveva nemmeno ricevuto il piano. Successivamente è stato riferito che mediatori del Qatar e dell’Egitto hanno incontrato Hamas lunedì sera per presentargli la proposta.

Sia Trump che Netanyahu hanno chiarito che non si trattava di un’offerta opzionale. “Israele avrebbe il mio pieno sostegno per completare il lavoro di eliminazione della minaccia di Hamas”, ha detto Trump ai giornalisti, aggiungendo però di sperare in un accordo. “Se Hamas respingerà l’intesa… Bibi, avreste il nostro pieno appoggio per fare ciò che dovete fare.”

Netanyahu ha dichiarato con tono minaccioso: “Se Hamas rifiuta il suo piano, signor Presidente, o se finge di accettarlo e poi fa di tutto per contrastarlo, allora Israele porterà a termine il lavoro da solo. Si può fare in modo facile o difficile, ma sarà fatto.”

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Il premier israeliano ha aggiunto: “Preferiremmo la via facile, ma deve essere fatto. Non abbiamo combattuto questa terribile guerra, non abbiamo sacrificato i nostri giovani migliori per lasciare che Hamas resti a Gaza e continui a minacciarci con massacri orribili.”

Nessuno dei due leader ha risposto alle domande dei giornalisti. In precedenza, la Casa Bianca aveva diffuso il piano in 20 punti, volto a porre fine alla guerra a Gaza scoppiata dopo l’attacco del 7 ottobre 2023.

Il documento prevede un cessate il fuoco, lo scambio degli ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi, un ritiro graduale delle truppe israeliane, il disarmo di Hamas e la creazione di un governo transitorio guidato da un organismo internazionale.

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Trump ha dichiarato: “Se Hamas accetta, questa proposta prevede il rilascio immediato di tutti gli ostaggi rimasti, comunque entro 72 ore. Gli ostaggi torneranno a casa.”

Il piano impone inoltre ad Hamas di deporre le armi e rinunciare al governo della Striscia. Ai membri disposti a impegnarsi per una pacifica convivenza verrebbe concessa l’amnistia per restare a Gaza, oppure un passaggio sicuro verso altri Paesi disponibili ad accoglierli.

Il piano prevede la creazione di un organo di governo temporaneo che sarebbe presieduto dallo stesso Trump e comprenderebbe, tra gli altri, l’ex premier britannico Tony Blair. “Per garantire il successo di questo sforzo – ha detto Trump – il mio piano istituisce un nuovo organismo internazionale di supervisione, il Board of Peace, guidato da un gentiluomo noto come presidente Donald J. Trump degli Stati Uniti.”

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Un documento preliminare di 21 pagine, trapelato in precedenza e visionato dal Guardian e da Haaretz, mostrava che l’autorità di governo di Gaza postbellica escluderebbe le principali figure politiche palestinesi, attribuendo al presidente un potere significativo sulle questioni chiave.

Trump aveva già suscitato scandalo all’inizio dell’anno parlando di trasformare Gaza in una “Riviera del Medio Oriente” attraverso massicci investimenti e ipotizzando trasferimenti forzati di popolazione palestinese. Il piano diffuso lunedì precisa invece: “Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e chi vorrà potrà farlo liberamente e liberamente tornare.”

Durante il briefing alla Casa Bianca, Trump ha affermato che le parti erano “più che vicine” a un accordo di pace e ha espresso l’auspicio che anche Hamas lo accetti. “Ora è il momento che Hamas accetti i termini del piano che abbiamo presentato oggi.”

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Ha poi ringraziato Netanyahu “per aver accettato il piano e per la fiducia che, lavorando insieme, possiamo porre fine a decenni, secoli persino, di morte e distruzione e aprire un nuovo capitolo di sicurezza, pace e prosperità per tutta la regione.”

Nella sua quarta visita alla Casa Bianca da quando Trump è tornato in carica a gennaio, Netanyahu cercava di rafforzare il rapporto con Washington dopo che diversi leader occidentali avevano riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina, sfidando Stati Uniti e Israele.

Trump, che aveva criticato quelle decisioni definendole un premio per Hamas, cercava l’accordo con Netanyahu nonostante le riserve di Israele su alcune parti del piano.

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Secondo il piano, Israele manterrebbe per il futuro prossimo la responsabilità della sicurezza, inclusa una cintura di sicurezza intorno a Gaza, mentre l’amministrazione civile non sarebbe affidata né ad Hamas né all’Autorità Palestinese.

L’assenza di Hamas dai negoziati ha però sollevato dubbi sulla reale fattibilità dell’iniziativa.

In serata, Tony Blair ha definito la proposta di Trump “un piano audace e intelligente” che, se accettato, “potrebbe porre fine alla guerra, portare sollievo immediato a Gaza, offrire un futuro migliore al suo popolo e garantire la sicurezza di Israele insieme al rilascio degli ostaggi.”

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Contestualmente, Netanyahu ha presentato le scuse ufficiali al Qatar per un attacco israeliano che aveva ucciso un militare qatarino durante un’operazione contro Hamas, violando la sovranità dell’emirato e irritando i Paesi arabi. La Casa Bianca ha definito la telefonata con l’omologo di Doha un “colloquio sincero.”

Lunedì sera i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar ed Egitto hanno accolto con favore l’annuncio di Trump in una dichiarazione congiunta. Anche l’Autorità Palestinese ha espresso sostegno agli “sforzi determinati” del presidente americano, mentre la Jihad Islamica Palestinese ha definito il piano “una ricetta per far esplodere la regione.”

Intanto i carri armati israeliani hanno continuato ad avanzare nel cuore di Gaza City. L’offensiva lanciata da Israele questo mese, con l’obiettivo dichiarato da Netanyahu di “spazzare via Hamas”, ha già causato oltre 65.000 morti – in gran parte civili – e più di 160.000 feriti dall’inizio della guerra il 7 ottobre 2023.

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