La Slovacchia ha vissuto ieri un “giorno buio” per i diritti delle persone LGBTQ+. Il Parlamento ha approvato emendamenti costituzionali che riconoscono esclusivamente i sessi maschile e femminile, rendendo quasi impossibile l’adozione per le coppie omosessuali e vietando esplicitamente il riconoscimento legale del genere.
Le misure, votate a larga maggioranza, rappresentano un duro colpo per la comunità arcobaleno in un contesto di crescente deriva populista sotto il governo del premier Robert Fico, tornato al potere nel 2023. Attivisti e organizzazioni per i diritti umani denunciano un attacco frontale alle vite delle persone transgender e intersex, con possibili conseguenze anche sui rapporti tra Bratislava e l’Unione Europea.
Le nuove norme: un passo indietro verso l’autoritarismo
L’emendamento costituzionale stabilisce che “solo il maschile e il femminile” sono riconosciuti come sessi, bloccando di fatto il riconoscimento legale del genere per le persone transgender e intersex. Inoltre, dà priorità alla legislazione slovacca rispetto a quella dell’UE in materia di “identità nazionale”, aprendo la porta all’eventuale disapplicazione di sentenze europee.
Il provvedimento si inserisce in un quadro già restrittivo: nel 2023 erano state introdotte norme che impedivano il riconoscimento giuridico per le persone trans e tagliavano i finanziamenti pubblici ai progetti LGBTQ+. Ora l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso diventa praticamente impossibile.
Le disposizioni riecheggiano misure simili introdotte in Russia e in Ungheria, dove il partito di Viktor Orbán ha già promosso modifiche costituzionali contro i diritti LGBTQ+. Alcuni deputati conservatori slovacchi hanno giustificato il voto sostenendo che si trattava della “loro ultima chance” per fermare l’uguaglianza.
Le reazioni: paura e indignazione
La comunità LGBTQ+ slovacca è sotto shock. “Le persone sono spaventate, ansiose e si sentono impotenti, perché sono diventate ostaggi dei politici con questo emendamento”, ha dichiarato Martin Macko, direttore esecutivo di Iniciatíva Inakosť. “Vietare esplicitamente il riconoscimento legale del genere è un attacco diretto alle vite delle persone transgender e intersex”.
Per Rado Sloboda, direttore di Amnesty International Slovacchia, si tratta di “notizie devastanti” e di misure “draconiane”: “La situazione per i gruppi marginalizzati è già grave. Questi emendamenti gettano sale sulla ferita”. Amnesty ha ricevuto oltre cento chiamate ed email da persone terrorizzate.
L’avvocata per i diritti umani Lucia Berdisová ha sottolineato la vaghezza delle norme: “È difficile anticiparne le conseguenze. Lo Stato è stato notevolmente rafforzato a scapito dei suoi cittadini”.
Contesto e implicazioni
Gli osservatori vedono queste riforme come parte di una più ampia svolta autoritaria del governo Fico, che ha inasprito la retorica contro minoranze e Bruxelles. La priorità data alla legge nazionale potrebbe portare a scontri con la Corte Europea e a misure punitive da parte dell’UE, come sanzioni o tagli ai fondi comunitari.
Il rischio è che vengano limitati non solo i diritti all’adozione e al matrimonio egualitario, ma anche l’accesso a cure mediche e tutele legali per le famiglie arcobaleno.
La Slovacchia si avvicina così alle posizioni di Ungheria e Polonia, in nome di un’“identità nazionale” che finisce per schiacciare la diversità. Eppure, come ricorda Macko, la società slovacca è in cambiamento: “C’è una crescente accettazione delle persone LGBTQ+, ma il governo sta remando contro”.
Gli attivisti promettono battaglie giudiziarie e nuove mobilitazioni. Resta da capire se l’Europa reagirà unita o se questa “oscurità” rischia di segnare un declino più profondo per i diritti umani nel cuore del continente.