Kimmel reintegrato, Trump lo insulta, Hollywood insorge e l’America sprofonda in un nuovo maccartismo
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Kimmel reintegrato, Trump lo insulta, Hollywood insorge e l’America sprofonda in un nuovo maccartismo

Dopo due settimane la Disney ha reintegrato Jimmy Kimmel, conduttore televisivo della rete televisiva Abc, silurato per i suoi commenti sull’omicidio di Charlie Kirk, attivista trumpiano ucciso il 10 settembre in un attentato in Utah 

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1 Ottobre 2025 - 11.05


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di Raffella Soleri

Dopo due settimane la Disney ha reintegrato Jimmy Kimmel, conduttore televisivo della rete televisiva Abc, silurato per i suoi commenti sull’omicidio di Charlie Kirk, attivista trumpiano ucciso il 10 settembre in un attentato in Utah 

In onda Kimmel si è commosso e ha definito l’atteggiamento di Trump nei confronti di ABC “anti americano”.  “Questo show non è importante, ha aggiunto nel monologo di apertura. Quel che conta è vivere in un paese che ci permetta di avere uno show come questo”.

Il Jimmy Kimmel live era stato sospeso dopo le parole pronunciate dal conduttore nella puntata del 15 settembre scorso, in cui associava l’assassino di Kirk al movimento Maga e criticava la strumentalizzazione politica della  sua morte da parte dei sostenitori di Trump . La soddisfazione del presidente americano non si è fatta attendere:  ha definito il conduttore : “privo di talento” Curioso,  dal momento che la carriera di Kimmel parla da sola, basti pensare che  per ben quattro volte ha presentato la cerimonia degli Oscar.

La sospensione di Kimmel ha suscitato reazioni immediate non tanto nell’opinione pubblica quanto tra gli addetti ai lavori. Sono più di 400 le star di Hollywood che hanno firmato una lettera aperta per protestare contro la chiusura dello show. 

David Letterman, storico conduttore del Late show su Cbs per 30 anni, oggi in pensione, è intervenuto al The Atlantic Festival,  sostenendo che ormai si sta andando verso la manipolazione dei media da parte del governo. Non si è fatta attendere la risposta di Trump che su X lo ha definito “un perdente”.

E non è finita. Molti sono convinti che altre teste cadranno a cominciare da quella di Whoopi Goldberg conduttrice dal 2007  di “The View”,ogni mattina su Abc. Tutti la ricordiamo nella mirabile interpretazione del film Sister Act. Oggi è nel mirino di Brendan Carr, capo della commissione delle telecomunicazioni.

A rischiare c’è anche Seth Meyers, volto dal 2014 di “Late night” su Nbc, la cui satira non è gradita alla Casa Bianca. Non a caso anche lui è considerato “un nemico”. Non solo, tira una brutta aria anche a Hollywood.

Ed è di qualche giorno fa la pubblicazione di un memorandum che impone nuove restrizioni alla stampa accreditata al Dipartimento della Guerra, quello che fino al 5 settembre scorso conoscevamo come Dipartimento della Difesa, prima che Trump ne cambiasse il nome.

Non stupisce allora che il Financial Times abbia titolato: “ Negli Stati Uniti sta tornando il maccartismo?” Il riferimento è all’epoca della “caccia alle streghe” promossa dal senatore repubblicano Joseph McCarthy negli anni 50 contro le organizzazioni di sinistra. 

“Temo proprio che sia così”, ci dice Antonio Monda, docente presso il Film and Television Department della New York University. “ Con una differenza sostanziale che chi gestisce tutto è il presidente e il suo establishment, non un semplice senatore “

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